"Nuovo ospedale di Monaco, le ragioni di una scelta" è stato il tema affrontato dal ministro della salute monegasco Stéphane Valeri invitato dalla JCEM a spiegare i motivi che hanno portato alla scelta definitiva della costruzione del CHPG nella zona est dell'attuale. Presente al Novotel, dove si è svolto l'incontro, anche il direttore dell'ospedale Patrick Bini intervenuto a più riprese durante il dibattito.
Valeri ha ringraziato innanzitutto Bini, la sua competenza e sostegno nei 4 mesi di lavoro di concertazione con il tavolo tecnico e con il ministro all'urbanismo Maire-Pierre Gramaglia. 4 mesi di dialogo anche con la direzione medica, con la quale non sempre vi è stata piena conversione di vedute.
Abbandonata una volta per tutte l'idea del mega ospedale dell'architetto Claude Vasconi - ritenuto ormai inadeguato su ogni fronte, sottostimato in termini di spese (si è parlato di un costo che avrebbe potuto sfiorare il miliardo di euro contro i 720M previsti), di tempi e difficoltà logisitche di realizzazione - il nuovo ospedale monegasco sarà comunque ultramoderno, manterrà le ambizioni, ha sottolineato il ministro monegasco e sarà a misura d'uomo.
La scelta di situare ad est l'edificio, rispetto al vecchio CHPG, ha spiegato Valeri, è stata quella più logica e naturale: sarà velocemente operativa e non ultima è vicino al futuro Centro di Gerontologia Rainier III.
Saranno mantenuti tutti i servizi di riferimento: gastroentorologia, radiologia, cardiologia e gerontologia e per la sua realizzazione saranno adottate misure particolari per evitare il rischio d'inquinamento acustico (citati ad esempio l'utilizzo degli stessi materiali del College Charles III con doppi vetri e muri anti-rumore); in complesso rispetto al vecchio Vasconi saranno 100 le camere in meno (da 509 a 409 letti ) ma nelle 2 fasi previste del cantiere, la quasi la totalità dei servizi medici ed il blocco operatorio saranno già ultimati nella prima fase (6 anni di lavoro).