"Nella raccolta degli editti dello Stato Sabaudo si legge che in data 22 gennaio 1667, il sovrano dell'epoca, Duca Vittorio Amedeo I di Savoia, emanava un Manifesto della nuova apertura del porto franco di Nizza, di Villafranca (porto della marina militare piemontese) e S.Ospitio che era dettato in considerazione dello sviluppo dei commerci non solo marittimi nel resto d'Europa e al fine di migliorare la capacità di scambio tra le merci e i prodotti del Ducato. Tale decisione avveniva a seguito di precedente editto inteso a regolare il regime di conduzione delle spiagge, degli scali e delle darsene della Contea Nizzarda e dintorni: editti che avevano già promosso le istituzioni portuali nella zona, favorendo una speciale Compagnia che tentava il contatto 'con i forestieri'. Un provvedimento, dunque, quello del 1667, che recepiva le esigenze crescenti del traffico su mare e della funzione commerciale ed economica in direzione di regioni anche lontane come il Nord Africa, il Nord Europa, la vicina Liguria genovese, oltre che a raccordare i possedimenti sabaudi sulla costa oggi francese e l'enclave piemontese insistente in Oneglia.
L'importanza di Nizza, non soltanto sul piano economico, ma anche civile e militare, nel contesto della politica sabauda era rilevante. Dal XVI secolo in avanti, anzi, tale cifra era cresciuta di molto, con conseguenze assai favorevoli nelle relazioni con Francia, Spagna, Liguria e resto d'Italia, ma anche e soprattutto verso il Levante e l'altra sponda mediterranea. La comune origine ligure-piemontese del centro nizzardo consentiva un continuo movimento di interessi che guardavano con attenzione alle nuove possibilità che offrivano le stesse scoperte geografiche e della tecnica del trasporto e della navigazione. Rivolta principalmente, tuttavia, verso il sistema di comunicazioni italiano, Nizza era già un nodo nevralgico della strategia dei Savoia, che miravano a recuperare nella loro ottica le attività delle marinerie liguri, in prevalenza autonome rispetto allo stesso potere centrale di Genova: non era un caso che il Piemonte sabaudo, che si ritagliava sempre di più un ruolo tra le grandi potenze europee, premesse a breve distanza su Sanremo e su Finale, non contento della sola posizione portuale onegliese: posizione che non riuscì ad emanciparsi sensibilmente come Nizza, nonostante gli sforzi delle autorità piemontesi, a causa di divisioni locali.
Gli investimenti dei Savoia su Nizza, sede estiva del Parlamento torinese, proseguirono fino al momento della sua cessione alla Francia, che li portò, a sua volta, avanti con intensità, anche sul piano turistico, fino ai giorni nostri.
Pierluigi Casalino".
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