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Alpi Marittime 06 | 30 giugno 2016, 10:00

Provenza: itinerario sulle strade della lavanda e dei girasoli

Dall'abbazia di Sénanque al lago di Sainte-Croix, passando per Gordes e per il Plateau di Valensole. Alla scoperta delle curiosità di questo angolo di paradiso, pardon! di Francia

Provenza: itinerario sulle strade della lavanda e dei girasoli

“Fuori è magnifico, fuori tutto è magnifico” canta il rapper milanese Fedez. Ed è questa la sensazione che lascia una gita fuori porta in Provenza sulle strade della lavanda e dei girasoli, che in estate sono in piena fioritura. Alla scoperta, inoltre, delle curiosità riservate da questo angolo di paradiso, pardon! di Francia. La prima tappa è d'obbligo farla per una foto al paese di Gordes, arroccato in una splendida cornice di pendici coltivate a vigneti a perdita d'occhio. Provenza, borgo medievale, vino... non vi dice niente? Alcune scene del film “Un'ottima annata” con Russell Crowe e Marion Cotillard sono state girare nella piazza di Gordes, con la fontana ed i ristorantini affollati di turisti.

A poca distanza, circondata dal viola della lavanda, sorge l'abbazia Notre-Dame di Sénanque, una delle più pure testimonianze di architettura e di vita dei monaci cistercensi dal 1148. Del complesso sono aperti al pubblico la chiesa, consacrata dal vescovo di Cavaillon nel 1178, e gli altri ambienti del XII° secolo. In ognuno è possibile scovare qualche interessante curiosità. La chiesa si presenta estremamente spoglia, com'è tipico degli ordini che seguono la Regola di San Benedetto “Ora et Labora”, poiché nulla deve distrarre dalla preghiera e solo la luce di Dio può illuminare attraverso le vetrate di quantità e dimensioni volutamente contenute. Sulle pietre dell'edificio delle iniziali e dei segni incisi ricordano che alla costruzione parteciparono dei lavoratori a cottimo: tagliapietre, che contrassegnavano i blocchi per farsi pagare al pezzo.

Anche nel chiostro, luogo di meditazione e di lettura, vige l'austerità, tuttavia ad un visitatore attento non può sfuggire che i capitelli delle colonne (12 archi a tutto sesto per ciascuno dei 4 portici) sono tutti diversi, ornati di motivi floreali. Ma il pezzo forte del chiostro è l'immagine del demonio, scolpita in corrispondenza della sala capitolare, in modo tale che si trovi esattamente di fronte all'abate, da monito quando ancora oggi si riunisce con la comunità per le decisioni quotidiane. La sala del capitolo, quindi, è l'unico posto in cui ai monaci è permesso parlare ed è caratterizzata dalla finezza dell'acustica. La visita si conclude con lo scriptorium e calefactorium, dove i monaci potevano dedicarsi alla copiatura dei manoscritti e riscaldarsi grazie a due camini, conici per poter bruciare dei tronchi messi in verticale.

“Un giorno di ordinaria magia” (Negrita) continua con un vero e proprio tuffo nella lavanda e fra i girasoli. Sul famoso Plateau di Valensole, in particolare, i campi sono situati ai lati della strada ed è possibile accostare la macchina o scendere dal pullman per scattare bellissime fotografie. Un consiglio? Vestitevi di bianco e con abiti leggeri e 'svolazzanti', ideali per le pose. Non è vietato, infatti, addentrarsi tra i filari accesi di violetto, facendo però attenzione ed aiutando chi vive e lavora in quel territorio a preservare un patrimonio emblematico: “La lavanda è l'anima della Provenza” la definì Jean Giono, scrittore del Novecento nativo della zona. Conosciuta fin dall'antichità per le sue proprietà cosmetiche e terapeutiche, viene coltivata specialmente per produrre l'olio essenziale, utilizzato in profumeria ed in medicina.

Valensole è un piccolo seppur caratteristico villaggio nel dipartimento delle Alpi dell'Alta Provenza. Ai tavolini dei numerosi ristoranti si sente parlare principalmente Italiano con accento ligure e piemontese e Giapponese e l'ordinazione più gettonata è la croccante baguette farcita con ogni ben di Dio. A Valensole le curiosità si moltiplicano: dal lavatoio di una volta sapientemente valorizzato, cosa in cui i Francesi sono maestri; ai murales che commemorano il cinquantenario di un incontro ravvicinato del terzo tipo, discusso episodio del 1° luglio 1965 avente per protagonista un contadino del Plateau di nome Maurice Masse; alla mostra delle sorprendenti miniature di Gérard Arène, scultore locale specializzatosi in ritratti su castagne d'India, perpetuando una tradizione di Tolone del XVIII° secolo.

Dopo l'altopiano di Valensole in direzione est, si arriva al lago artificiale di Sainte-Croix. E' il terzo bacino di Francia per superficie, creato su circa 2.200 ettari dalla realizzazione dell'omonima diga sul fiume Verdon nel 1973. Qui la natura è in festa e dal paesello di Sainte-Croix-du-Verdon, in cima al promontorio roccioso, si ammira un panorama mozzafiato. In alternativa si può raggiungere la riva per un bagno rinfrescante. Le spiagge sono ben attrezzate, si può campeggiare, svolgere attività acquatiche e sport all'aria aperta e, per gli amanti del genere, un tratto di sponda è adibito a plage naturiste. Il lago di Sainte-Croix può rappresentare una gradevole sosta sulla via del ritorno in Italia oppure diventare la meta di una prossima escursione. Parafrasando la celebre canzone di Cesare Cremonini: ho visto un posto che mi piace, si chiama Provenza.

Anna Maria Castellana

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