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| 27 ottobre 2016, 14:00

Rapimento Veyrac: la Procura di Nizza ipotizza due "livelli" di responsabilità

Per il procuratore Pretre esistono gli esecutori materiali, ma anche qualche organizzatore occulto, nell'ombra: i rapitori rischierebbero ora una dozzina di anni di carcere

Foto generica

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Sarebbero otto le persone attualmente in stato di fermo presso gli uffici della polizia giudiziaria a Nizza.

L’affaire del rapimento di M.me Jacqueline Veyrac ha avuto un’accelerazione nelle ultime ore, grazie alle indagini condotte sia sul territorio, sia attraverso verifiche telefoniche e informatiche. Tra i sette fermati pure un “paparazzo” della Costa Azzurra specializzato nello scovare VIP che, ultimamente si sarebbe riconvertito a poliziotto privato.

L’uomo, soprannominato “Tintin”, avrebbe pedinato nei giorni precedenti l’anziana signora con la finalità di conoscerne al meglio le abitudini.

Dalle indagini trasparirebbe l’esistenza di due livelli: quello degli esecutori materiali, anche un po’ maldestri e quello di chi avrebbe svolto un ruolo ben più importante, stando nell’ombra. E’ nei confronti di costoro che si starebbero direzionando le indagini condotte dal Procuratore della Repubblica di Nizza Jean-Michel Prêtre.

Gli inquirenti privilegerebbero la pista del rapimento a scopo di estorsione rispetto a quella di una  disputa sul patrimonio, in relazione a problematiche sulla successione sorte dopo la morte del marito.

I rapitori rischierebbero una condanna a dozzina di anni di carcere per rapimento a scopo di estorsione aggravato dall’associazione a delinquere. Scartata dal Procuratore della Repubblica l’ipotesi che i sequestratori possano essere pieds nickelés, dei tirapiedi.

Beppe Tassone

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