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Altre notizie | 30 novembre 2016, 12:30

ICLAS centro d’eccellenza per il trattamento del piede diabetico, effettuati più di 1000 interventi

Il Dottor Paolo Pantaleo: "Con l’angioplastica percutanea dei vasi malati a ICLAS esito positivo nei 92% dei casi. Un’efficace terapia non chirurgica per combattere la complicanza più temibile della malattia causata da troppo glucosio nel sangue

ICLAS centro d’eccellenza per il trattamento del piede diabetico, effettuati più di 1000 interventi

Entro il 2030, a livello mondiale, saranno più di 500 milioni i malati di diabete. In Liguria, secondo i dati del Servizio epidemiologico della Regione, nel 2015 erano 92 mila i malati di diabete. E la complicanza più temibile della malattia diabetica è quella comunemente definita piede diabetico. Il diabete, infatti, può causare la stenosi (restringimento) o occlusione delle arterie degli arti inferiori riducendo in modo critico l'apporto di sangue e ossigeno alle estremità. Se non si dovesse intervenire la conseguenza è' il continuo peggioramento del quadro clinico che può arrivare fino all'amputazione, più o meno estesa, dell'arto malato.

"Il termine piede diabetico – spiega il Dottor Paolo Pantaleo, cardiologo specialista in Interventistica Cardiovascolare di ICLAS (Rapallo), ospedale ad Alta Specialità di GVM Care & Research - indica la patologia polimorfa (che ha e può assumere aspetti diversi) a carico del piede nei pazienti affetti da diabete mellito e riconosce quali fattori d’origine la polineuropatia periferica (la sofferenza delle fibre nervose), l’arteriopatia periferica (malattia delle arterie) e le infezioni. Fattori che possono agire singolarmente oppure coesistere”.

Con l’aumento della sopravvivenza dei pazienti diabetici e l’incremento dell’età media della popolazione generale, il piede diabetico è divenuta la complicanza tardiva del diabete mellito a maggior rilevanza dal punto di vista sociale ed economico: richiede lunghi periodi di cure ambulatoriali, ripetuti ricoveri in ospedale e, non di rado, coincide con l’impossibilità a salvare l’arto.

Il nostro primo obiettivo – dice il Dottor Paolo Pantaleo -  è ripristinare un adeguato flusso di sangue agli arti inferiori nelle persone colpite dalla patologia; quindi procedere al salvataggio dell’arto o, dove comunque imprescindibile, limitare al massimo le parti soggette a chirurgia, tenendo conto di come esista una correlazione diretta tra l’estensione della porzione amputata e la mortalità a medio termine. Ciò avviene tramite il lavoro di una équipe multidisciplinare, organizzata tra specialisti di diverse aree: diabetologi, cardiologi, chirurghi vascolari, vulnologi, ortopedici, fisioterapisti”.

ICLAS da oltre 10 anni si occupa di rivascolarizzazione periferica percutanea e dal 2008 ha strutturato un percorso terapeutico specifico rivolto ai pazienti affetti da piede diabetico. Negli ultimi 6 anni – ricorrendo all’angioplastica prossimale e/o distale in anestesia locale - sono state eseguite oltre 1.000 procedure di rivascolarizzazione d’arto (esito positivo pari al 92%).

I vasi trattati con questa metodica – commenta il Dottor Paolo Pantaleo - comprendono sia l’arteria iliaca, poco sopra l’inguine, sia l’arteria poplitea, poco sopra l’articolazione del ginocchio. L’angioplastica, vale a dire la riperfusione sanguigna con catetere e palloncino, può essere integrata dall’applicazione di stent - piccole protesi in lega metallica - rilasciati nel punto in cui l’arteria si era ristretta onde evitare la recidiva del problema. La procedura, non chirurgica, è ben tollerata: si attua pungendo un’arteria a livello del bacino o, in alcuni casi, del polso o del gomito; da lì si arriva, grazie a dispositivi miniaturizzati, fino alla stenosi da curare. La vera sfida è però rappresentata dalle lesioni sotto il ginocchio, principali responsabili della patologia da piede diabetico, considerate a maggior complessità interventistica: se particolarmente estese - a tal punto da coinvolgere tutti e tre i vasi sanguigni della gamba -, richiedono tempi tecnici più lunghi e necessitano di approcci vascolari ed expertise dedicati”.

Prima dell’angioplastica occorrono indagini diagnostiche di supporto. Per ridurre la degenza ospedaliera, quando le condizioni lo permettono, il ricovero è programmato il giorno precedente l’arteriografia (lo studio dei vasi ammalati). I pazienti con problematiche renali lievi o moderate vengono sottoposti a idratazione e a protocolli utili ad evitare i possibili effetti avversi del mezzo di contrasto. ICLAS è uno dei pochi Centri in Italia in cui l’arteriografia è effettuabile tramite una tecnica riservata a chi soffre di un’insufficienza renale piuttosto avanzata: invece d’iniettare il liquido di contrasto allo iodio (che si opacizza sotto i raggi x), si utilizza un gas, anidride carbonica. Una volta in circolo, l’anidride carbonica si lega al sangue ed è il ferro contenuto nei globuli rossi a comporre l’immagine digitale. L’anidride carbonica è poi espulsa dai polmoni attraverso la respirazione.

 

 GVM Care & Research

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GVM Care & Research, gruppo fondato e presieduto da Ettore Sansavini, opera nei settori della sanità, della ricerca, dell’industria biomedicale e delle cure termali, con obiettivi di assistenza specialistica, prevenzione medica e promozione del benessere e della qualità della vita. Cuore di GVM Care & Research è la rete integrata di 23 Ospedali, molti dei quali di Alta Specialità, e 4 Poliambulatori, presenti in 9 regioni italiane: Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Puglia, Campania e Sicilia. La sede di GVM Care & Research è a Lugo (Ravenna). L’esperienza e le competenze sviluppate negli anni hanno posizionato GVM Care & Research come polo d’eccellenza nel panorama sanitario italiano soprattutto per Cardiologia, Cardiochirurgia, Elettrofisiologia, Ortopedia, Neurochirurgia, Aritmologia e trattamento del Piede Diabetico.

Per maggiori informazioni: www.gvmnet.it

 

i.p.

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