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In Breve

| 08 gennaio 2017, 18:05

La storia di Sainte Agnés e le sue vallate alle spalle di Mentone

Una perla unica di storia e di natura: il villaggio costiero più alto d’Europa

La storia di Sainte Agnés e le sue vallate alle spalle di Mentone

"Costa Azzurra, entroterra di Mentone, qui è nascosta una perla unica di storia e di natura: il villaggio costiero più alto d’Europa, Sainte Agnés. Vi si accede comodamente a una ventina di minuti dal centro di Mentone, seguendo le indicazioni D 23 (route de Gorbio) e D 223 (Route de l’Armée des Alpes); il paese rimane arroccato, con la parte bassa più recente, la parte alta con il castello medioevale, la parte orientale con il Forte della linea Maginot. Su uno sperone roccioso si trovano insieme più di mille anni di storia: dall’Alto Medioevo alla seconda guerra mondiale. E’ certamente la posizione geograficamente strategica, dovuta alla straordinaria apertura a 360 gradi sia sul mare, sia sulle montagne, ad aver favorito la fortuna di questo piccolo borgo, al centro di lotte dinastiche e di compromessi diplomatici. Il primo nucleo del castello risale alla fine del X sec., con ampliamenti e rifacimenti da parte dei duchi di Provenza, dei conti di Ventimiglia, dei re di Francia, dei Savoia. Nel XII sec. appartiene alla Contea di Ventimiglia, poi alla Contea di Provenza in funzione antigenovese; nel XIV sec. si unisce ai territori sabaudi e nel XVI sec. fa parte del regno di Francia, ma la guerra di successione austriaca (1744-1749) segna il ritorno di Nizza e del suo entroterra sotto il controllo dei Savoia. Sainte Agnés fu nuovamente annessa alla Francia nel 1793, fino alla sconfitta napoleonica, quindi ritornò ai Savoia e venne di nuovo annessa alla Francia nel 1860 per gli accordi tra il ministro Cavour e Napoleone III durante la seconda guerra di indipendenza italiana. Dell’antico castello rimane poco: la torre centrale, parte delle mura, con le feritoie per le balestre, il giardino medioevale: l’area è oggi oggetto di scavi archeologici e di attività di restauro e ripristino. Dalla torre centrale, accessibile in sicurezza, si apre un panorama spettacolare: la distesa blu a perdita d’occhio del mare, la costa su cui si distende Mentone, con il porto, Montecarlo con i suoi grattacieli; alle spalle, le montagne, M.te Baudon, m.te Siricocca, la vetta del Mercantour, Monte Grammondo. E’ un luogo simbolo della nostra terra che unisce, in un solo sguardo, il mare e la montagna, sospesa così tra due mondi, uniti dall’abbraccio immenso del cielo.

Al punto di partenza della salita, piuttosto ripida, che porta al castello, si trova anche l’ingresso del forte della linea Maginot, costruito a ridosso della seconda guerra mondiale, in previsione di un possibile attacco italiano sulla frontiera: è possibile visitare il forte all’interno; è un’occasione unica per “vivere” il clima di guerra che attraversò l’Europa negli anni ’30. L’imponente struttura esterna del forte, con le feritoie dei cannoni, rivolte verso il mare, sembra un monito a come guerre e stragi abbiano dominato la nostra storia; un passato doloroso che sembra lontano e dimenticato, ma che, in realtà, appartiene ad un tempo ancora recente: la pace, in questo luogo pieno di sole e della luce forte che si riflette dal mare, sembra più che mai un bene prezioso, da difendere senza debolezze, lasciando alle spalle indifferenze ed egoismi.

Un ultimo aspetto che rende quanto mai piacevole la visita a questo borgo è la perfetta cura del luogo: stradine, archivolti, case in pietra, giardini lungo le vie, botteghe artigiane e artistiche, tutto mostra la cura e l’attenzione per il territorio e per il patrimonio artistico e culturale: un esempio che sarebbe auspicabile trovare anche nelle nostre vallate, troppo spesso trascurate, abbandonate, la cui rifioritura è occasionalmente data da turisti stranieri che comprano la casa di vacanza.

Infine, per che ama le escursioni a piedi non si può non segnalare, tra le altre possibilità, l’escursione verso M.te Baudon e l’escursione verso M.te Ours. 

Anna-Cristina Meinardi
Cesira Ansaldo".

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