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Altre notizie | 16 gennaio 2017, 14:00

Cosa sarebbe dovuto succedere il 15 agosto 2016? E soprattutto: dove?

E’ su queste domande che gli inquirenti, che indagano sull’attentato di Nizza, si stanno soffermando e che numerosi quotidiani francesi si stanno ponendo

Cosa sarebbe dovuto succedere il 15 agosto 2016? E soprattutto: dove?

E’ su queste domande che gli inquirenti, che indagano sull’attentato di Nizza, si stanno soffermando e che numerosi quotidiani francesi si stanno ponendo.

Il motivo: dall’esame del telefonino di Mohamed Lahouaiej Bouhlel, l’autore della strage del 14 luglio, è emerso un SMS, inviato a Ramzi Arefa, coinvolto nell’indagine in quanto sospettato di aver fornito le armi,  con il seguente testo:” Chokri et ses amis sont prêts pour le mois procain”.

Un altro messaggio, inviato il 6 luglio 2016 alle 22 e 16 minuti da  Hamdi Zagar,  cognato di Mohamed Lahouaiej Bouhlel, anche lui coinvolto nell’indagine con l’accusa di terrorismo, a Mohamed Walid, detto "Walid" Ghraieb, attualmente detenuto sempre con accuse di coinvolgimento nei fatti del 14 luglio, conteneva solo una data e alcuni puntini: “15/08/16 ...”.

La lettura di questi due messaggi, se messi in relazione, apre nuovi scenari.

Il più preoccupante è quello che si stesse architettando qualcosa per ferragosto, quando a Nizza erano previsti altri fuochi di artificio.

Anche perché sul telefonino dell’autore della strage é stata trovata una immagine dei fuochi di artificio di agosto 2015.

Difficile pensare che potesse essere nuovamente Nizza il posto prescelto, a meno di non immaginare il fallimento dell’attentato del 14 luglio con un suo rinvio all’ultimo momento.

Insomma, una sorta di data di riserva.

Oppure l’individuazione di un’altra data per ripetere l’attentato, da qualche altra parte, in occasione del ferragosto.

Quel giorno un po’ in tutta la Francia sono organizzate manifestazioni e festeggiamenti.

Tante ipotesi sulle quali lavorano gli inquirenti.

Gli interrogatori dei tanti incarcerati per la vicenda del 14 luglio non avrebbe dato esiti, in quanto tutti gli inquisiti avrebbero scelto la strada del muti e dell’astenersi da ogni dichiarazione.

Anche se trapela assai poco dalle indagini e quindi ci troviamo di fronte ad ipotesi giornalistiche.

Beppe Tassone

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