Dati informatici al centro della prevenzione di attentati, lo hanno detto a Safe & Smart City a Nizza

L’analisi dei dati informatici rappresenterà, sempre di più, uno degli elementi essenziali nella lotta per individuare focolai di radicalizzazione e  per prevenire attentati terroristici.

E’ quanto è emerso nel  convegno “Safe & Smart City” organizzato dalla Città di Nizza al Centre Universitaire Méditerranéen (CUM) con la partecipazione di numerosi esperti giunti da Israele.

Le grandi agglomerazioni urbane sono le più pericolose, spesso focolaio per la nascita di nuclei potenzialmente pericolosi.

L’analisi dei “big data”, il monitoraggio dei social, ma soprattutto l’integrazione nei quartieri più periferici e la sensibilizzazione al problema degli abitanti costituiscono uno degli strumenti più efficaci.

Relativamente ai social, l’obiettivo indicato dagli esperti israeliani, è quello di giungere a report completi quotidianamente, così da tenere sotto controllo, in tempo reale, le tendenze e consentire un tempestivo intervento.

Sottolineata la necessità di investire nei quartieri per renderli sempre più integrati col centro della città evitando di creare dei “luoghi separati” nei quali, in silenzio e senza controlli, possono svilupparsi fenomeni di radicalizzazione.

Sempre più difficile, invece, seguire la pista finanziaria per il “crollo” dei costi di organizzazione degli attentati.

L’attentato dell’11 settembre,a  News York, è stato sottolineato,costò un milione di dollari, quello di Parigi, al Bataclan di novembre 2015, solamente 8.000.