La ragione è soprattutto climatica: un inverno troppo dolce e la scorsa estate senza picchi di calore, in agosto, hanno aiutato la proliferazione della mosca che attacca le piante, oltre che la nascita di funghi e la comparsa di altri batteri.
Così la produzione 2016 è crollata mediamente dal 30 al 40 per cento, con punte anche del 100%.
Non vi sono rimedi: senza inverni freddi e piovosi la mosca prolifica prima e comincia il suo “lavoro” attaccando gli olivi. Senza picchi di calore ad agosto che uccidano la mosca, la sua azione contro le piante diventa implacabile. Risultato: nel 2016 il raccolto è stato scarso.
Pochi rischi di lievitazione dei prezzi: il 2015 si era rivelato un anno eccezionale e le scorte sono tante, ma ora occorre sperare in un 2017 caldo nei mesi estivi, altrimenti il rischio che la penuria di olio di oliva Appellation Nice si possa manifestare diventa molto serio.
I produttori non drammatizzano: è normale che dopo un anno di forte produzione si assista, in quello successivo, ad un calo, ma intanto scrutano il cielo e si affidano alle previsioni del tempo.
La lotta contro la mosca che non vuole che i cibi vengano insaporiti con l’oro giallo di Nizza continua e solo i prossimi mesi diranno se il 2017 sarà l’anno buono per gustare una bella insalata con l’olio Appellation Nice che ormai è diventato un re della tavola anche a New York.