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Nizza | 14 luglio 2017, 07:45

Un anno fa: Nizza vive intensamente questo triste primo anniversario

La città è sopravvissuta e si è ripresa, consapevole che la follia criminale di una notte non può distruggere l’idea di accoglienza e di rispetto che da sempre la contraddistingue

Un anno fa: Nizza  vive intensamente questo triste primo anniversario

Nizza sta vivendo intensamente questa vigilia.

E’ una città che ha atteso, quasi con trepidazione, il 14 luglio: il primo anniversario di una strage che ha sconvolto la vita e i comportamenti di una delle capitali  del turismo europeo.

Ho ancora negli occhi quanto mi toccò di vedere il mattino dopo la strage: giunsi a Nizza che appena albeggiava e trovai una città nella quale il colore bianco predominava su tutto.

Una metamorfosi: non più l’azzurro del cielo, degli ombrelloni, delle sdraio, delle sedie lungo la Promenade.

Non più l’azzurro del mare, delle bandiere che indicano che l’acqua è balneabile. Era il bianco a predominare, su tutto.

Il bianco di migliaia e migliaia di guanti utilizzati per soccorrere i feriti, il bianco dei teli che ancora coprivano i corpi delle vittime o parti di esse.

Il bianco dei lumini posati a terra da tante persone che giungevano da ogni parte e si fermavano davanti alle transenne che impedivano di accedere all’area oggetto della strage.

Poi il silenzio, rotto soltanto dagli aerei in fase di atterraggio e dalle sirene delle auto della polizia.

Le luci lampeggianti blu, il corteo del Presidente della Repubblica che percorreva la Promenade.

Poi le lacrime, negli occhi di persone sconosciute, giunte come me per vedere, certo non per capire, perché in quel momento, davanti ad una strage di quella portata, vi era ben poco da capire.

E le spiagge: trasformate in un deposito vario e multicolore. Passeggini, sedie, coperte, biberon, giocattoli, peluches, borse, scarpe, vestiti… Tutto quanto era stato abbandonato nel momento della fuga, spinti da una massa che si muoveva, forse senza nemmeno sapere dove andare, chiusa dal mare da un lato e dalla Promenade lungo la quale si stava consumando una tragedia.

Lo scrivo perché quanto ho visto è ancora nei miei occhi e nella mia mente, ma anche perché ho visto, giorno dopo giorno, istante dopo istante, in questo “anno primo” del dopo strage, la città rinascere, riprendersi, tornare ad essere se stessa, ma con qualche consapevolezza in più.

Oggi è il giorno della “memoria” e Nizza si é preparata al meglio all’appuntamento.

Un momento da vivere intimamente  e da condividere con gli altri, ma anche l’occasione per ribadire che il “male” non può né deve prevalere, che la follia di una notte di festa non ha avuto la meglio sulla vita di persone che da sempre hanno fatto dell’ospitalità, dell’accoglienza, dell’accettazione del diverso il proprio modello di vita.

Mi viene di pensare a Giacomo Matteotti a quel “Uccidete pure me, ma l'idea che è in me non l'ucciderete mai”.

Nizza è sopravvissuta e si è ripresa, consapevole che la follia criminale di una notte non può distruggere l’idea di accoglienza e di rispetto che da sempre la contraddistingue.

 

Beppe Tassone

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