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Nizza | 26 luglio 2017, 13:19

In attesa che venerdì il Tribunale Amministrativo di Nizza si pronunci, la questione “divieto ai TIR” lungo la Valle Roya diventa politica

I sindaci della vallata hanno firmato una e lettera con la quale chiedono allo Stato e al Dipartimento delle Alpi Marittime di riunirsi con urgenza per i necessari provvedimenti

Breil

Breil

Venerdì il Tribunal Administratif  di Nizza dovrebbe rendere noto il dispositivo della sentenza relativo all’ordinanza adottata dai sindaci di Breil e Fontan con la quale si prevede lo stop ai mezzi di peso superiore alle 19 tonnellate nei centri abitati delle due località.

Si tratta, in pratica, della chiusura del transito lungo la Dipartimentale ai mezzi pesanti che percorrono la Valle Roya.

La Prefettura delle Alpi Marittime, che ha suscitato il ricorso, nell’opporsi all’ordinanza ha chiesto al Tribunale Amministrativo di sospenderne l’efficacia. Provvedimenti, peraltro, che fino ad ora non erano materialmente entrati in vigore in quanto mai validati dalla Prefettura e non essendo, comunque, stata posta la necessaria segnaletica.

La questione, in attesa del pronunciamento dei giudici amministrativi, si è spostata sul piano politico, su iniziativa dei comuni della vallata (oltre a Breil e Fontan) anche La Brigue,Saorge e Tende. I cinque sindaci hanno firmato una comune lettera con la quale chiedono allo Stato e al Dipartimento delle Alpi Marittime (la strada 6204  è dipartimentale)  di  riunirsi con urgenza per adottare provvedimenti che riconoscano la bontà delle istanze del territorio.

In una dichiarazione, ripresa da Nice Matin, rilasciata subito dopo l’udienza di martedì 25 luglio, l’avvocatessa Monica Grasso, che rappresenta i due comuni sottoscrittori dell’ordinanza, ha affermato, e questa è una novità, che “ se l’ordinanza dovesse essere validata dai giudici amministrativi, anche i restanti comuni (La Brigue, Tende e Saorge) sarebbero pronti ad adottare un  procedimento simile”.

Entrando nel merito dei provvedimenti, la stessa avvocatessa Grasso ha affermato che la protesta contro l’ordinanza da parte degli autotrasportatori “maschera” una questione di tipo economico.

L’opposizione dei camionisti non è quella di viaggiare un quarto d’ora in più, ma di voler realizzare delle economie. Questione che passa in secondo piano rispetto alla sicurezza delle persone della vallata”.

Toni più accesi, dunque, destinati a non sopirsi qualunque sia l’edito della sentenza di venerdì: le motivazioni si conosceranno, poi, entro una quindicina di giorni.

Beppe Tassone

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