Storie di ordinaria burocrazia o semplicemente ritardi fisiologici? ù
Fatto sta che i dehors dei bar e dei ristoranti, quando vi è un cambio di proprietà, rischiano di rimanere chiusi in attesa delle autorizzazioni necessarie e, come direbbero a Genova…” Sono palanche!”, che se ne vanno.
Si lamenta il Presidente dell’Union Patronale des Cafetiers Restaurateurs di Nizza, sottolineando come le pratiche per autorizzare la sistemazione all’esterno del locale di sedie e tavolini oltre alle fioriere possano durare anche alcune settimane.
I dehors costituiscono quasi l’80% del gettito di un locale in Costa Azzurra: il clima favorevole, le dolci notti, l’ombra delle strade del Vieux Nice fanno sì che le sedie siano sempre occupate, mentre all’interno dei locali, spesso anche angusti, si trovino sempre posti liberi.
Il problema è che al momento del cambio di titolarità il nuovo gestore, che ha sostenuto molte spese, ha bisogno di guadagnare e l’attesa diventa pesante, sotto il profilo economico.
La legge Pinel, che regola la questione, dà al nuovo proprietario la possibilità di presentare la richiesta di autorizzazione all’apertura di dehors sulla pubblica via anche prima dell’effettivo passaggio di proprietà, anche al momento di sottoscrizione del compromesso.
Pochi ne approfittano: così tutte le pratiche si accumulano negli ultimi giorni e qualche ritardo si può registrare.
Ma in alta stagione ogni giorno di mancata apertura del dehors si trasforma in un danno economico non di piccola entità.
Di qui il duplice appello ai notai e alle agenzie immobiliari perché si ricordino dei dehors al momento della sottoscrizione del compromesso avviando le pratiche di autorizzazione e ai servizi comunali perché accelerino l’iter amministrativo.
Beppe Tassone