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Business | 19 agosto 2017, 17:00

Un pieno di carburante 300mila euro in più che in Italia. E la barca (se ne) va!

Si lamentano a Menton, a Nizza, ad Antibes, a Saint Tropez, a Beaulieu sur Mer ed a Saint Jean Cap Ferrat e la storia è sempre la stessa: anche se si tratta di miliardari ormai la differenza è tale che anche i Paperon de Paperoni stanno scegliendo altri approdi

Nizza, il porto

Nizza, il porto

Ormai l’allarme è stato lanciato e non si tratta di esagerazioni estive, ma di una dura realtà che si è concretizzata in Francia e che sta mettendo in difficoltà il settore nautico anche lungo la Costa Azzurra.

Diverse modifiche legislative, legge finanziaria dopo legge finanziaria, hanno colpito duro il settore, fino a metterlo “fuori mercato” rispetto alla concorrenza italiana e spagnola dove non sono in vigore misure fiscali e salariali altrettanti pesanti.

Risultato: la rarefazione dei battelli da diporti, dai grossi yachts a quelli di media dimensione un po’ in tutti i porti turistici.

Si lamentano a Menton, a Nizza, ad Antibes, a Saint Tropez, a Beaulieu sur Mer ed a  Saint Jean Cap Ferrat e la storia è sempre la stessa.

Anche se si tratta di miliardari, di persone che non si fermano certo di fronte a qualche euro in più da spendere, ormai gli zeri dopo l’euro sono talmente tanti che anche i Paperon de Paperoni in bermuda e berretto da capitano stanno scegliendo altri approdi.

Come dicono a Genova le “palanche son sempre palanche”.

Due esempi.

Un pieno di gasolio per un grosso  yachts che abbia bisogno di “bere” 600mila litri di carburante costa 340mila litri di euro in più rispetto ai porti delle nazioni confinanti. Davvero troppo!

E poi le spese per il personale: secondo la legislazione se si trascorrono più di tre mesi in Francia, a bordo di un battello, si è soggetti alle imposizioni previdenziali transalpine. Anche in questo caso le spese lievitano dal 15% al 50% il che equivale ad una maggior spesa di 600mila euro per uno yacht di grosse dimensioni.

Questi fatti stanno progressivamente svuotando i porti e rischiano di mettere in crisi anche la cantieristica navale solidamente presente nella Regione del PACA. Una regione, quella del Sud Est francese, nella quale si stima che siano 120mila le persone impiegate nel settore marittimo a terra e che corrono il rischio di veder sensibilmente ridursi il numero dei posti di lavoro.

Di qui un intervento congiunto dei rappresentanti politici  locali nei confronti del governo di Emmanuel Macron perché, con la prossima manovra finanziaria, si corra ai ripari e si ripristino condizioni di possibile concorrenza con i porti dell’Italia e della Spagna.

Si tratta di un settore che non è rivolto ai soli miliardari, sottolineano al porto di Nizza, che assicura posti di lavoro ed è importante per lo sviluppo turistico.

Di fronte a misure finanziarie tanto impattanti, però, è difficile guardare al futuro con ottimismo. La palla ora passa al governo, che ha assicurato u intervento sul settore, come sempre…”compatibilmente” con la situazione di bilancio.

E proprio in quel “compatibilmente” si annidano i timori di molti.

Beppe Tassone

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