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Altre notizie | 13 ottobre 2017, 21:07

Gente di Nizza. Donne, popolo e feste nella Nizza sabauda in un ricordo del 1838

Le cittadine di Nizza vestono leggiadramente; la portatura è francese, ma foggiano alquanto in sullo stile delle invernali

Gente di Nizza. Donne, popolo e feste nella Nizza sabauda in un ricordo del 1838

Le cittadine di Nizza tenevano un portamento alla francese, si legge nelle antiche cronache degli Stati italiani del 1838:

"Le cittadine di Nizza vestono leggiadramente; la portatura è francese, ma foggiano alquanto in sullo stile delle invernali (straniere, inglesi, russe, polacche e anche francesi) loro ospiti che alle mode della rue Vivienne intrecciano con quelle di Bond-Street e di Piccadilly.

Le contadine e donne del popolo avvolgono la chioma loro in una rete serica di nero o di rosso o di verde colore: è la redecilla delle Spagnuole, forma di acconciamento di capo non ignoto alle antiche Greche. Alla rete sovrappongono un picciol velo bianco che annodano sotto il collo. Questa foggia darebbe risalto ad un bel volto, ma i bei volti qui sono rari".

"Il popolo di Nizza è vivace, brioso, accendevole, più atto ad imprendere che non a perseverare. Parlo, e con buone parole di buon giudice, del popolo minuto.Chi lo vede il mattino in sulla piazza del pesce, si reputa trasportate ne' quartieri bassi della romorosa Napoli; dimenticando però le atletiche forme della plebe partenopea. Tra i pubblici passatempi, s'attirano particolarmente l'attenzione degli oltremontani i festini. Questo nome che gli Italiani sogliono dare ai cittadineschi e notturni trattenimenti di ballo ne' luoghi ove si entra pagando, qui significa que' numerosi concorsi di gente alle chiese suburbane ov'è la festa del Santo, con bettolette volanti e merende sull'erba e villereccie danze talotta. I festini di Nizza sono ciò che chiamiamo le sagre e le fiere. Non altramente che a firenze, le fiere qui han luogo per la maggior parte nella quaresima, colla differenza che qui son sempre fuori di città. Il sorriso della primavera, la vaghezza dei prospetti e la giulività del popolo fanno piacevolissime queste campestri adunanze. In occasione di grandi avvenimenti festivi, usano da immemorabil tempo i pescatori nizzardi di trascinare per la città una vecchia barca, di quelle che si adoperano per la pesca e che nel loro dialetto chiamano leut, voce provenzale italianata in leuto od in liuto.L'adornano di stendali e fiammelle; la fan girare per tutte le strade di Nizza, e finalmente la tirano in mezzo ad una piazza, ed ivi le appiccano il fuoco. Il popolo assiste in folla e plaudente allo spettacolo.

E le mogli de' pescatori danzano intorno all'avvampante barchetta, cantando insino a tanto che le fiamme non l'abbiano incenerita. Affermasi che piene di ingenuità e d'affetto sieno le canzoni in dialetto nizzardo (ligure-provenzale), cantate in quella opportunità dalle pescatrici. Questa usanza ricorda l'origine greca (focese) di Nizza. Quel liuto, tratto in pompa per le strade della città, è un vestigio del sacro naviglio, recato intorno nella panatenaica di Atene".

In altri termini si respirava a Nizza un'atmosfera meridionale, assolutamente italiana, oltre che ligure, prova certa dell'italianità di questo storico comune italiano alto-medioevale, che, per sottrarsi al dominio aragonese e francese, dopo aver condiviso il proprio destino anche con il regno di Napoli, proclamò la propria fedeltà a Genova "repubblicana" e successivamente al Ducato di Savoia che la tenne con sé fino al 1860.  Un'italianità spezzata dalla ragion di stato.

Casalino Pierluigi 

Casalino Pierluigi

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