A fine anno è tempo di bilanci e il Prefetto delle Alpi Marittime Georges-François Leclerc non si è sottratto a questo rito con un’intervista rilasciata al canale televisivo France Bleu Azur, uno dei più seguiti nel Sud Est francese.
Argomento centrale quello dell’immigrazione clandestina che caratterizza la frontiera con l’Italia. Numeri che il prefetto definisce “importanti”: se nel 2016 furono 37mila i respingimenti (definiti, eufemisticamente, nell’intervista “non ammissioni”), quest’anno il numero andrà a fissarsi intorno ai 50mila. Con un fenomeno collegato in forte crescita, quello dei passeurs: ne sono stati giudicati oltre 350 dal Tribunale di Nizza che, sulla base della normativa in vigore, ha comminato pene molto severe che vanno da quattro mesi a tre anni di prigione “ferme”, cioè con restringimento in carcere.
La questione “passeurs” è seguita con particolare attenzione dalle autorità francesi: non solo per gli effetti che comporta, quanto per analizzare i flussi ed anche per contrastare due fenomeni implicitamente collegati, quello della criminalità organizzata e del flusso di denaro.
I tentativi di immigrazione non autorizzata, negli ultimi tempi, secondo Georges-François Leclerc, vedono il consolidamento delle presenze tunisine: è in crescita sia il numero delle persone provenienti dal quel Paese del Nord Africa che cercano di entrare in Francia attraverso Ventimiglia, sia il numero di passeurs tunisini.
Dopo l’estate gli arrivi dalla Tunisia sono cresciuti in modo notevole con tentativi di “passaggio” in Francia a piedi utilizzando i sentieri montani, ma anche la stessa autostrada con notevoli rischi, ma, per fortuna, fino ad ora solo sporadici incidenti. Privilegiati anche il treno e le auto che restano il mezzo di trasporto più utilizzato.
Ottima, secondo il Prefetto, la collaborazione con le autorità italiane che, nel 98% dei casi, non hanno contestato i provvedimenti di respingimenti oltre frontiera.