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Altre notizie | 12 dicembre 2017, 07:00

“Fate attenzione alle vostre webcam”: un sito rilancia le “nostre” immagini

La Polizia segnala il rischio che le webcam installate in casa possano essere utilizzate per commettere reati. Il caso di Nizza

Scorcio di Nizza

Scorcio di Nizza

La questione é più seria di quanto possa apparire: ci sta lavorando la polizia francese, soprattutto per evitare che certe leggerezze possano essere di aiuto per commettere reati contro il patrimonio o addirittura nell’organizzazione di attentati.

Il fatto.

Un sito russo raccoglie e rilancia sul web le immagini che provengono da migliaia di webcam private, installate nelle case, nei giardini, sui balconi delle nostre case dai proprietari stessi. Tutti hanno avuto la tentazione, per ragioni diverse, di installare una webcam in casa: per controllare cosa avviene quando si è assenti, per seguire le piante e i fiori sulla terrazza, per continuare a vedere un bel panorama anche quando si è a centinaia di chilometri di distanza.

La tentazione è forte e il costo dell’installazione sicuramente non proibitivo: sono sufficienti una rete Wi-Fi e una webcam e il gioco è fatto. Quello che molti ignorano è che, se non si inseriscono password o se le stesse non sono particolarmente blindate quello che si ritiene sia ad esclusivo uso personale, può essere rilanciato su dei siti ed essere visto da milioni di persone.

E’ quello che sta accadendo a causa di un sito russo (Insecam) che diffonde le immagini di 70mila immagini nel mondo: da Nizza a Cuneo, da Oslo ad Antibes, da Imperia e Stoccolma non vi è che l’imbarazzo della scelta.

Immagini spesso innocue, ma alcune possono anche essere utilizzate da dei ladri per sapere se la casa in quel momento è vuota e altre, addirittura, rilanciano le immagini del fabbricato di fronte, che è una scuola ed è quindi considerato “sensibile” per il rischio di attentati.

Nulla di illegale, da parte del sito, se le immagini sono trasmesse da webcam che sono prive di password, in altri casi, invece, è stato necessario forzare le password, esistono programmi apposta che effettuano miliardi di tentativi, fino a trovare la “parola” giusta.

Di qui l’appello della Polizia, anche nelle Alpi Marittime, a dare uno sguardo alle webcam che sono state installate in casa e che sono sempre attive, dotarle di sistemi di sicurezza anti intrusione, cambiare la password e, se non sono più necessarie, valutare anche di spegnerle.

Poi, se si hanno dei dubbi, rivolgersi alla Police National che sulla questione ha aperto un dossier. C’è poco da scherzare, il rischio è quello di navigare sul qualche sito e scoprire, in diretta, che è in corso un furto in casa nostra o, peggio ancora, finire in un’inchiesta su qualche tentativo di attentato progettato utilizzando anche la nostra webcam che, oltre a riprendere la strada davanti a casa, rilanciava anche le immagini della scuola di fronte.

Non è un’ipotesi, è successo davvero: le immagini di una scuola di Nizza erano diffuse attraverso un computer di Seine Saint Denis, che si trova nell’Île-de-France, la regione di Parigi.

I proprietari di un alloggio di Nizza avevano nostalgia di casa loro, e così ogni tanto si collegavano alla webcam che avevano installato e “davano” uno sguardo al sole, al cielo azzurro e al panorama che si ammirava dal loro terrazzo, immagini però che si soffermavano anche sulla scuola di fronte, il che ha messo in allarme la polizia.

Risultato: un viaggio supplementare in Costa Azzurra per dare qualche spiegazione e, con ogni probabilità, spegnere l’apparecchiatura.    

Beppe Tassone

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