Politica - 05 gennaio 2018, 07:00

Valle Roya: cinque questioni irrisolte turbano il 2018

I cinque primi cittadini chiamati a “tenere la barra diritta” trattandosi di questioni estremamente serie ed importanti che mettono in gioco l’economia del territorio transfrontaliero e la stessa sostenibilità di una vallata che rischia molto sul piano dello spopolamento.

I Sindaci della Valle Roya

I Sindaci della Valle Roya

I cinque sindaci della Valle Roya sono stati inseriti, nella classifica stilata dai lettori di Nice Matin, al settimo posto fra i “personaggi del 2017”.

Un  riconoscimento che sottolinea le varie problematiche che si affacciano sullo scenario della Valle che unisce il Piemonte con la Liguria e la necessità che i cinque primi cittadini sappiano “tenere la barra diritta” trattandosi di questioni estremamente serie ed importanti che mettono in gioco non solo l’economia di un  territorio transfrontaliero, ma la stessa sostenibilità di una vallata che rischia molto sul piano dello spopolamento e dell’assenza di validi riferimenti occupazionali.

La prima questione è quella della linea ferroviaria Cuneo – Breil – Nizza (o Ventimiglia). E’ al momento “ferma” essendo in atto lavori, totalmente finanziati dall’Italia, per un ammontare di 29 milioni di euro, che riguardano la tratta tra Limone Piemonte e Breil. Lavori che, una volta portati a termine, scongiureranno la chiusura della linea, ma aumenteranno solamente di pochi chilometri orari la velocità di percorrenza che ora non supera il 40 Kmh. Troppo poco per rendere la linea ferroviaria appetibile e usufruibile dagli abitanti della valle che debbono raggiungere per lavoro o affari Menton o Nizza. Per riportare la velocità di percorrenza a 80 Kmh occorrerebbe un ulteriore investimento di 100 milioni di euro, al momento ne sono stati reperiti 15 provenienti dalla Francia sulla base di un accorto tra Stato e Regione. Senza questi lavori la velocità resterà pressoché la medesima e il sevizio difficilmente potrà decollare sotto il profilo del numero di passeggeri.

La seconda questione è quella del Tunnel di Tenda.  Non è mai andato a genio ad una parte degli abitanti della vallata che non ne ravvisavano la necessità e sostenevano invece la messa a norma del tunnel esistente. Lo scandalo di maggio 2017 con il sequestro del cantiere e la scoperta di ipotetici reati commessi nella realizzazione della nuova galleria e della strada di collegamento, hanno dato fiato a quanti non accettavano che nessuna impresa francese fosse stata coinvolta nei lavori e, soprattutto, indicavano come il nuovo tunnel avrebbe incrementato la percorrenza di vetture (da 3.200 a 4.700 il giorno) senza che siano previsti interventi di sistemazione della strada dipartimentale assieme con la realizzazione di circonvallazioni che liberino dall’inquinamento i centri cittadini di Tende, Fontan e Breil.

La terza questione è quella del divieto di transito ai TIR lungo la strada dipartimentale. All’ordinanza sottoscritta dai cinque sindaci a settembre se ne è aggiunta una seconda, del tutto simile, da arte del Dipartimento delle Alpi Marittime, proprietario della strada. Mentre il sostegno è stato espresso dalla Communauté d’Agglomération che ha sede a Menton e raggruppa anche i comuni della Valle Roya. La questione non è affatto chiusa, anche per le pressioni di parte italiana, ma è diventata un vero e proprio punto di forza per i cinque amministratori locali che, grazie all’ordinanza, hanno visto crescere intorno a loro il sostegno da parte della popolazione interessata ed anche quello dell’opinione pubblica. Trovare una soluzione, se poteva essere più semplice prima dei ricorsi in Tribunale, è ora  molto complicato, La questione è ora diventata politica con i vari partiti che fanno a gara ad assicurare il proprio sostegno alla linea adottata dai sindaci di Tende, La Brigue, Fontan, Saorge e Breil.

Quarta questione è quella dei migranti: nell’ultimo mese ne  sono stati respinti dalla polizia circa 5mila. La valle ha espresso a più riprese sostegno a linee umanitarie che fossero funzionali a trovare una soluzione evitando lo stillicidio di passaggi che si registra oggi. Il pragmatismo dimostrato in alcune circostanze non ha preservato da polemiche, soprattutto durante e dopo le elezioni legislative di giugno, con riflessi anche nei consigli municipali. Questo fatto rischia di creare incrinature ed alimentare tensioni nei rapporti amministrativi e politici che stanno ricalcando le divisioni che si stanno manifestando un po’ in tutto il Dipartimento.

La quinta questione è quella dell’occupazione nella valle che rischia di ridursi proprio per le difficoltà nei trasporti. Senza interventi decisi è difficile immaginare che il solo turismo possa rivelarsi sufficiente. La concretizzazione dell’ufficio turistico “Menton, Riviera et Merveilles” potrà rivelarsi un ottimo volano, ma è difficile ipotizzare che possa essere sufficiente ad affrontare questioni che sono di ben altra ampiezza e lo spopolamento della Valle rappresenta sempre di più una spada di Damocle che pende sulla testa dei cinque sindaci, che su questo versante hanno ben poche carte in mano.

Beppe Tassone

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