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Altre notizie | 19 gennaio 2018, 08:00

Lunghe attese al Lenval: tanti bambini vittime dell’influenza

Non siamo ai livelli del giorno di Natale quando giunsero al pronto soccorso 313 bambini, per lo più colpiti da sindrome influenzale o dalla bronchiolite, ma la situazione è comunque ancora molto complessa

Ospedale Lenval, Nizza

Ospedale Lenval, Nizza

Anche se sta dando qualche cenno di miglioramento, l’emergenza pediatrica a Nizza è sempre evidente.

Non siamo ai livelli del giorno di Natale quando giunsero al pronto soccorso 313 bambini, per lo più colpiti da sindrome influenzale o dalla bronchiolite (nel 2016 sempre a Natale furono 145) ma la situazione è comunque ancora molto complessa.

Lunghe attese, anche sei ore, per essere visitati, con tutti i posti della sala di attesa occupati, genitori spazientiti, qualche tentativo di “farsi le ragioni”, atteggiamenti usuali quando la preoccupazione cresce e le risposte immediate mancano.

La progressione negli arrivi al pronto soccorso pediatrico dell’Ospedale Lenval è sintomatica di un atteggiamento che sta cambiando: nel 2017 i bambini visitati sono stati 62mila, contro i 59mila del 2016 e i 45mila del 2010.

Iincrementi sensibili che hanno molte spiegazioni. Innanzi tutto il grosso bacino che ha l’Ospedale Lenval come riferimento, praticamente il Sud Est oltre ad arrivi anche dall’Italia, poi la modifica del servizio prestato dai medici di famiglia che, al di fuori dell’orario, difficilmente sono reperibili ed infine un atteggiamento molto più apprensivo e desideroso di risposte immediate da parte dei genitori. Tutto questo si riflette sul numero di presenze e probabilmente segnala anche un’inadeguata risposta da chi dovrebbe modificare l’offerta di assistenza, facendosi carico di una società che è profondamente cambiata. Si aggiunga inoltre che i servizi di pronto soccorso non si pagano e che la crisi fa sentire i suoi effetti su un numero sempre maggiore di famiglie.

Gli undici letti in più che, come ogni inverno, vengono creati per rispondere alle emergenze quest’anno si sono rivelato una goccia nel mare e l’epidemia di bronchiolite, particolarmente virale e con un decorso molto lungo, ha fatto il resto. Col rischio che qualche volta una situazione di emergenza possa trasformarsi in dramma: con le sale da attesa piene è necessario possedere grande professionalità da parte di chi attribuisce i “codici” all’arrivo per distinguere immediatamente i sintomi dell’influenza da quelli di sindromi ben più gravi e pericolose.

Fino ad ora è avvenuto con due casi di meningite immediatamente rilevati e trattati con urgenza. La professionalità paga, ma il rischio che possa succedere qualcosa è sempre in agguato.

Questa settimana i numeri della “grippe” sono in calo, si confida che il peggio sia alle spalle.  

Beppe Tassone

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