Stanno per cambiare, sicuramente in meglio, le abitudini alimentari dei francesi, grazie ad un provvedimento legislativo ispirato dal ministro della Transition écologique, Nicolas Hulot, che è il frutto degli stati generali dell’alimentazione, lanciati nel 2017 ed ora concretizzati in una legge.
Vediamo i principali provvedimenti destinati ad incidere nella vita quotidiana dei francesi.
Più prodotti bio
Nella ristorazione collettiva (dagli ospedali alle mense scolastiche) dovranno essere utilizzati almeno al 50% prodotti provenienti dall’agricoltura biologica o che tengono conto della salvaguardia dell’ambiente. Queste strutture dovranno presentare un “piano di diversificazione proteica” che preveda alternative negli alimenti con crescenti portate a base di proteine vegetali destinate a sostituire quelle animali.
Chiarezza nella denominazione degli alimenti
Più chiarezza sugli alimenti e nella loro pubblicità: gli alimenti che sono a base, in modo significativo, di materie di origine vegetale dovranno prestare attenzione alla loro denominazione. Termini come “carne vegetale” o “salciccia vegana” vengono vietati. Stesso destino per i prodotti presentati con definizioni del tipo “latte di soia” o similari: dovranno abolire il termine “latte” per evitare confusioni.
Etichette più chiare
Miglioreranno le etichette dei vini e dei prodotti alimentari. Sarà obbligatorio indicare il sistema di coltivazione o di allevamento. Per le carni, ad esempio, dovrà obbligatoriamente inserito in quale modo gli animali sono stati allevati, se in gabbia, al suolo o all’aria aperta. Obbligatoria l’indicazione geografica di produzione per tutti i cibi e, per le verdure e la frutta da consumare fresche, l’eventuale utilizzo di pesticidi.
Lotta agli sprechi
Le strutture pubbliche e private e i ristoranti che forniscono almeno 180 pasti al giorno dovranno fornire ai clienti dei contenitori, chiamati doggy-bags, nei quali verranno inseriti gli avanzi che potranno essere consumati a casa. Inoltre, proprio sugli sprechi, dovrà essere condotta dai ristoratori un’analisi sui consumi e sugli avanzi così da ridurne il quantitativo medio giornaliero. Nel contempo, verrà estesa e resa praticamente obbligatoria, la rete per ritirare quanto non utilizzato da destinare al settore dell’aiuto sociale. Obbligo che sarà operativo anche per l’industria agro alimentare così da creare un circuito virtuoso in grado di estendere la rete di protezione per le situazione di marginalità.
Addio ai polli in gabbia
La normativa prevede che non vengano più rilasciate nuove autorizzazione per l’allevamento ”in gabbia” dei polli, una scelta che dovrebbe portare, si stima entro il 2028, alla fine di questo sistema. Una scelta che va nella direzione di consacrare il fatto che una migliore alimentazione passa anche attraverso la cura e il modo di allevamento degli animali destinati a finire sulle tavole.
Lo slogan
Come in tutte le riforme vi è uno slogan alla base del provvedimento. Quello coniato dalle autorità francesi è :”De la fourche à la forchette”, dal forcone alla forchetta. Obiettivo chiaro di volontà di rivalutazione del settore agricolo nella convinzione del ruolo che deve svolgere nel miglioramento della qualità della vita dei francesi.