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Eventi | 21 luglio 2018, 08:00

Oggi ultimo giorno del Nice Jazz Festival

Un grande successo di pubblico, il “nostro” Renato Sala racconta una straordinaria serata

Nice Jazz Festival

Nice Jazz Festival

Dopo essere stati “respinti” da Giove Pluvio lunedì sera, torniamo nel Théâtre de Verdure assolato (ma ancora per poco) e accarezzato da una piacevole brezza. Si comincia con due strumenti tipici del jazz: il pianoforte e la musica di Baptiste Trotignon e i sax di Yoasny Terry, accompagnati da batteria e contrabbasso, che ci dedicheranno i loro assoli. Il titolo Ancestral Memories” è suggestivo e ci spedisce subito nelle atmosfere caraibiche, rivisitate certo in forme contemporanee. Una nota di colore, tanto per rimanere nella...classicità: il pianista calca i pedali a piedi nudi e il sassofonista nero ha gli immancabili occhiali scuri. Si conclude il concerto con un omaggio alla Réunion, con il piano protagonista e questa volta anche la voce profonda di Terry, che coinvolge il pubblico a cantare “Pa pa Ba ba” ed alcune a ballare sotto il palco.

Un anfiteatro ormai stracolmo accoglie Melanie De Biasio, un nome di chiara origine italiana come lo era il padre operaio emigrato in Belgio. Melanie in leggings neri, accompagnata da tastiera, pianoforte e batteria, con il suo flauto e la calda voce crea subito un’atmosfera suggestiva e magica.

Una voce che rimane nelle orecchie e nella testa: una serata che non si dimentica. Una musica quasi minimalista accompagna canzoni scritte dalla stessa Melanie, che non disdegna di mostrare anche la sua formazione giovanile di danza classica. Una musica lenta avvolge emotivamente a poco a poco l’anfiteatro, complice anche la luce del tramonto. Un’atmosfera quasi fiabesca da bosco nordico in cui Melanie si muove come un felino scuro: accattivante e intrigante che assume caratteri gotici con fumogeni che avvolgono i musicisti. Gli applausi scrosciano, il pubblico vuole il bis, ma De Biasio rientra, ringrazia e spiega che non è possibile per motivi tecnici. La chiusura della serata ci porta una band in cui protagonisti sono la tromba e il sax baritono, in giacca, come lo è il brizzolato pianista che guida la band. Niente fronzoli, solo una cascata di note nei duetti tromba-sax. E c’è gloria anche per il sempre “umile” contrabbasso che sta nelle retrovie, ma …

E finalmente le luci sono solo per lui. Improvvisamente se ne vanno e subentra un po’ di Brasile: un insieme di 2 trombe, un sax, un trombone, 2 chitarre, una tastiera e una voce...brasilera. E il pubblico comincia ad agitarsi: non si può star fermi sulle sedie a ritmi di samba e bossa nova

Una nota stonata mi è parsa la comparsa sul palco di una ragazzina di 12 anni, forse per farle fare esperienza. E anche il pubblico che via via se ne andava non mi pare abbia gradito molto.  

Renato Sala

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