Come cambia il turismo e come è destinato a modificarsi nei prossimi anni: ci s’interroga a Nizza, una delle capitali del turismo europeo.
I mesi di luglio e di agosto sono, anno dopo anno, sempre più caldi, si avvicinano a temperature non propriamente appartenenti al patrimonio della sponda europea del Mediterraneo.
Così si assiste al fenomeno della destagionalizzazione, dell’anticipo della stagione delle vacanze, con clima pressoché estivo, da aprile a giugno con successivo prolungamento da settembre a ottobre.
Modifiche nelle presenze che, se da un lato consentono di rimodulare l’offerta turistica, dall’altro comportano anche un mutamento dell’occupazione del tempo libero. Meno spiaggia e più presenze nei musei e nelle aree centrali della città, minore concentrazione delle persone e “allargamento” dei confini turistici cittadini.
Un mutamento che si accompagna con un fenomeno che si accentua ogni anno di più, quello dell’avanzamento del mare e della riduzione degli spazi lungo le spiagge. L’esempio eclatante di questo fenomeno si è manifestato all’Ile de Giens, presso Hyères nel Var: dall’inizio del XX° secolo il livello del mare si è alzato di 20 centimetri e si calcola che alla fine di questo secolo il fenomeno si avvicinerà ai 60. La media attuale è intorno ai 10 centimetri, frutto del riscaldamento dell’atmosfera che è di circa 2 gradi superiore a quello di cento anni fa con crescita della presenza di ozono che favorisce le malattie polmonari e cardiovascolari.
A Nizza le aree nelle quali il livello di ozono tende a superare i limiti previste dalla normativa sono tre: la Promenade des Anglais, il quartiere del porto e la Voie Matisse.
Misure sono allo studio per limitare le emissioni, soprattutto da parte dei veicoli in transito.
Intanto la stagione estiva tende a dilatarsi e qualcuno…si strofina le mani.