Politica - 05 dicembre 2018, 08:00

Vivere a Nizza all’epoca dei gilets jaunes

Cortei, file davanti ai distributori, attrazioni natalizie chiuse: sullo sfondo le elezioni europee

Gilets Jaunes in corteo, foto di Nicole Geron

Gilets Jaunes in corteo, foto di Nicole Geron

Nizza all’epoca del “gilet jaunes” e non solo. Francesi e stranieri, anche in Costa Azzurra, stanno facendo quotidianamente conto con le modifiche alle proprie abitudini e le difficoltà che i movimenti di protesta stanno producendo nella vita quotidiana.

Ieri, ad esempio, le strade di Nizza sono state percorse da cortei di studenti che protestavano per le modifiche apportate al sistema di esame per ottenere il diploma, richiamando peraltro anche ragioni proprie della manifestazioni che stanno percorrendo tutta la Francia.

Risultato: chiusura, a fini cautelari, del Villaggio di Natale, blindato dalla polizia e dalle transenne, qualche ingorgo, qualche strada bloccata. Poche centinaia di metri verso est, in direzione del porto, alcune strade erano intasate da auto ferme in attesa di fare il pieno ad una pompa di benzina presa d’assalto. Il blocco dei depositi da parte dei “gilets jaunes” sta provocando penuria di carburante e la percezione accentua il fenomeno e moltiplica le vetture in attesa, anche quelle “tirate fuori” dai garage apposta per fare il pieno, anche se non ne avevano ancora la necessità.

Mancano alcuni prodotti nei supermercati, soprattutto quelli di importazione, il blocco dei porti dell’Atlantico non consentono la loro distribuzione. La vita peraltro scorre per la maggior parte delle persone in assoluta normalità, il fenomeno é percepito come una normale “incazzatura” alla francese, cioè dirompente. Le preoccupazioni sono altre soprattutto l’assenza della “politica” nel movimento dei “gilets jaunes” che viaggiano autonomamente, senza una linea politica definita col rischio di essere strumentalizzati o “presi in braccio” da gruppi o movimenti che invece le idee chiare le hanno sicuramente.

Nei commenti traspare l’ipotesi che il Paese stia per venirsi a trovare nelle medesime condizioni dello scorso secolo quando, nel 1969, Charles De Gaulle fu costretto a rassegnare le proprie dimissioni.

Tanti anni fa, ma la storia a volte si ripete…in un Paese con i grandi partiti “storici” in difficoltà (les Républicains) o praticamente spariti (i socialisti) e con quelli appena nati (La République en marche) non ancora sedimentati nel territorio: le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo potrebbero anche riservare grosse sorprese.

Beppe Tassone

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