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Eventi | 22 giugno 2019, 14:24

Dove va il turismo enogastronomico? Tante idee e suggerimenti dal Food&Wine Forum di Grinzane

Dove va il turismo enogastronomico? Tante idee e suggerimenti dal Food&Wine Forum di Grinzane

Si è chiusa la seconda edizione del Food&Wine Tourism Forum, iniziativa ospitata nel Castello di Grinzane Cavour, che per due giorni ha offerto importanti momenti di formazione e confronto con ospiti da tutta Italia e dall'estero. L'iniziativa che fa parte del progetto Ampelo (Programma interreg ALCOTRA 2014-2020) ha sviluppato il tema dell’innovazione e in particolare in particolare il digitale e le nuove tecnologie.

Diversi i temi della seconda giornata e tutti di grande interesse.

Fabio Galetto, direttore Automotive e Travel di Google Italia nel suo intervento ha detto che la cucina italiana continua ad essere la più ricercata nei motori di ricerca, ma è un vantaggio che si sa assottigliando nei confronti di altre cucine, come quella messicana, giapponese e thai. Non siamo la cucina leader al mondo anche se siamo in testa nelle ricerche nel web. Tartufo bianco e gorgonzola sono nella parte alta delle classifiche delle ricerche mondiali online, ma in valori assoluti nessun prodotto italiano batte i francesi foie gras e camembert nel periodo delle feste invernali.  Per i vini italiani il trend di ricerche su Google è in crescita, con il Prosecco sempre più forte, specialmente in estate. È leader di ricerche nel Regno Unito, mentre i più pregiati vini piemontesi, il Barolo e il Barbaresco, sono in cima alle classifiche di ricerca nei paesi scandinavi, rispettivamente in Danimarca e in Norvegia.

Attenzione anche ai millennials, che in base ali dati forniti durante il seminario risultano onnivori nelle scelte della ristorazione, amano i locali etnici, il food trucks e il social eating, ma disponibili anche a provare  esperienze in locali stellati e gourmet. A descrivere l'identikit dei millennials nel rapporto con il turismo enogastronomico è stata Roberta Garibaldi, docente di Marketing e di Economia della gestione delle imprese turistiche all'Università di Bergamo e ambasciatrice per l'Italia della World Food Travel Association. “L'incontro con altre persone è un motivo di pranzi e cene fuori casa per il 62% dei giovani, che ambiscono a frequentare in corso di cucina molto più dei loro padri o nonni, Tra i desideri e la realizzazione c'è però ancora un gap notevole, per il loro reddito ancora basso, ma anche per un altro motivo ricorrente: la mancanza di informazioni, specialmente per quanto riguarda gli orari e la disponibilità alla visita e ad attività in cantine, pastifici, caseifici, cioccolaterie".

Flavia Coccia - Responsabile Progetti in IS.NA.R.T. S.c.p.A. – Istituto Nazionale Ricerche Turistiche, ha parlato del giusto accostamento tra vino e cibo per consentire di esaltare l’esperienza sensoriale. E fra i diversi “turismi” e abbinamenti enogastronomici ha analizzato il bike tourism, in grande espansione e grande opportunità di promozione per l’enogastronomia.

Mirko Lalli, fondatore di Travel Appeal, una start up nata cinque anni fa specializzata nell'analisi dei dati digitali, ha spiegato che “l'86,6% dei clienti di ristoranti che hanno pubblicato recensioni sul web hanno espresso un sentiment di soddisfazione per la qualità del cibo, quota che sale al 90.5% negli agriturismo. Non si tratta di un dato di soddisfazione generale da prendere così tout court, ma del risultato di analisi semantiche delle varie frasi e parole usate nelle recensioni. Dall'80% di soddisfazione in su, il sentiment può considerarsi positivo. Ai primi posti ci sono Umbria, Toscana e Trentino, all'ultimo il Lazio, con un 85% che è comunque abbondantemente al di sopra della soglia di criticità".

Mauro Carbone, direttore dell'Atl Langhe Roero e Monferrato, promotore insieme a Roberta Milano del  Forum, in chiusura dei lavori ha avanzato la richiesta al ministero delle Politiche Agricole e Alimentari e del Turismo di attivare un Osservatorio sul turismo enogastronomico perché “è vero che le aziende utilizzano poco i dati disponibili sul web, ma in casi come le terre del Barolo, per fare un esempio, si tratta di piccolissime aziende, spesso di una sola persona, che non possono di certo allestire un ufficio interno di analisi dei dati. Faccio quindi appello affinché il Ministero creai un Osservatorio specializzato sul turismo enogastronomico perenne, che svolga un'attività di monitoraggio e metta e disposizione degli operatori del settore dati metabolizzati".

Appuntamento al prossimo anno.

Claudio Porchia

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