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Business | 05 settembre 2019, 09:45

Trapianto di capelli in Turchia: numeri in crescita esponenziale

Da almeno un quinquennio, ormai, il fenomeno delle operazioni di trapianto dei capelli in Turchia è aumentato in misura talmente vistosa da aver attirato le attenzioni dei media di mezzo mondo.

Trapianto di capelli in Turchia: numeri in crescita esponenziale

Da almeno un quinquennio, ormai, il fenomeno delle operazioni di trapianto dei capelli in Turchia è aumentato in misura talmente vistosa da aver attirato le attenzioni dei media di mezzo mondo. Il paese euroasiatico si è configurato come un vero e proprio hub delle cure tricologiche, in virtù dell’alta qualità dei servizi offerti e dei prezzi contenuti. Una combinazione che ha attirato un numero ingente di cosiddetti turisti tricologici, decisi a risolvere in maniera drastica i loro problemi di calvizie spendendo cifre non irraggiungibili anche da parte di coloro che conducono un tenore di vita medio o persino medio-basso.

I numeri parlano chiaro: il costo di un’operazione di trapianto di capelli a Istanbul, in una clinica specializzata dalle buone o ottime referenze, costa dai 1.500 ai 2.500 euro, contro i 20.000-25.000 della Germania o del Regno Unito. Le cliniche specializzate sorte nella metropoli turca nell’arco dell’ultimo decennio sono quasi 500, senza contare gli ospedali pubblici che offrono il medesimo servizio. E l’afflusso di pazienti registra numeri da capogiro: dalla sola Italia, nel 2018 sono partiti oltre 7.000 individui, spesso indirizzati da agenzie e tour operator specializzati in questo tipo di servizi. Questi ultimi, oltre al classico format all inclusive comprensivo di viaggio, soggiorno e trattamento clinico, offrono spesso – per un sovrapprezzo di modica entità – anche un côté turistico molto apprezzato, in virtù della bellezza e delle attrattive della metropoli turca.

I numeri riguardanti i trapiantati italiani si riverberano, grossomodo con le medesime proporzioni, anche sul resto dei grandi paesi dell’Unione Europea. Ad esempio, dalla Francia i clienti annuali delle cliniche tricologiche turche ammontano a circa 8.000 unità. La Germania, invece, anche in virtù del gran numero di cittadini tedeschi di origine turca che risiedono sul suo territorio, supera ampiamente i 15.000 clienti annui. Ma il business va ben oltre i confini dell’Unione Europea: dalla Russia, così come dai paesi dell’area arabofona (in particolare Egitto, Marocco e stati della Penisola Araba), i clienti – taluni molto facoltosi – sono in costante aumento, ma afflussi non trascurabili si registrano anche da paesi apparentemente fuori dalle rotte abituali, come Stati Uniti, Brasile e persino Sudafrica.

Tutto ciò fa sì che quello del turismo tricologico sia un mercato ricco e fiorente, sul quale la Turchia ha costruito la ripresa del proprio settore turistico, gravemente minato dal tentativo di golpe dell’estate del 2016, dagli attacchi terroristici, dalla frontiera con la tutt’altro che pacificata Siria e da una condotta governativa, in tema di politica estera, che più di un’ostilità ha generato presso i paesi occidentali (in primis gli stessi Stati Uniti). Si stima che ogni anno il business delle cliniche per il trapianto dei capelli generi un indotto pari a circa un miliardo di dollari: un’ampia boccata di ossigeno per le casse del turismo turco, e un viatico per la riscoperta delle bellezze del paese, in parte messe in secondo piano dalle vicende di politica internazionale. Non a caso, Istanbul a parte, cliniche specializzate in interventi tricologici stanno sorgendo anche in altre città turche, in particolare nelle località balneari: da Smirne, affacciata sul Mar Egeo, a Mersin, situata nella parte sud-orientale, di fronte a Cipro. Saranno queste le nuove frontiere interne del turismo tricologico in salsa turca?

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