Business - 15 gennaio 2020, 07:00

Affitti stagionali: il fisco comincia a vederci chiaro

Versati dalla piattaforma Airbnb i proventi dei primi 10 mesi del 2019. Nella Métropole quasi due milioni di euro, ma i conti non tornano ancora. Un lavoro di incrocio dati dovrebbe abbattere l’evasione fiscale

Scorcio di Nizza

Scorcio di Nizza

I conti, almeno in parte, tornano, ma le polemiche continuano.
In questi giorni Airbnb ha versato i proventi dei primi 10 mesi della tassa di soggiorno riscossi grazie agli affitti turistici avvenuti tramite la piattaforma web e la cifra è di tutto rispetto.

Per quanto concerne l’intero Dipartimento delle Alpi Marittime si tratta di 4 milioni di euro così suddivisi:

  • Métropole Nice Côte d'Azur: 1,85 milioni di euro (il doppio rispetto al medesimo periodo del 2018);
  • Cannes: 910 mila euro;
  • Antibes: 390 mila euro;
  • Menton: 150 mila euro.


Una cifra di tutto rispetto che consente anche al fisco francese di “fare i conti” con i proventi derivanti da questi affitti di breve durata che parevano destinati a rimanere in una sorta di limbo, assicurando ai proprietari degli alloggi proventi in nero e agli inquilini dei condomìni i fastidi di un continuo cambio di persone con bagagli che vanno e vengono e, spesso, rifiuti abbandonati un po’ ovunque.

Ora, mentre alcune assemblee condominiali hanno votato provvedimenti che aumentano le spese condominiali per chi affitta alloggi “a breve termine”, si apre un altro capitolo che vede, nuovamente, in prima linea i proprietari degli hotel.

Il ragionamento è questo. Nel territorio della Métropole, che comprende oltre a Nizza una quarantina di comuni tra i quali le stazioni sciistiche e località costiere quali Villefranche, Eze, Cagnes e Saint Laurent du Var, il numero delle stanze di appartamento offerte tramite le piattaforme quali di Airbnb sono 15 mila, lo stesso numero delle stanze d’albergo, ma il gettito è ben diverso e, per quanto concerne il Dipartimento delle Alpi Marittime, le stanze d’appartamento sono 35 mila e quelle di hotel 33 mila.

Dagli hotel proviene un gettito alla Métropole di 9,5 milioni di euro e dalla piattaforma Airbnb di 1,85 milioni di euro.

La differenza è data dal fatto che gli hotel riscuotono (e girano) la tassa di soggiorno per tutti quanti pernottano (la tariffa varia da 0,80 a 2,60 euro a notte), mentre le piattaforme indicano spesso una sola presenza per alloggio anche se i numeri possono sono ben diversi.

Di qui una piccola polemica, ma soprattutto la richiesta, da parte degli hotel, di regole chiare e identiche per scongiurare delle concorrenze sleali.

In ogni caso con i versamenti una prima falla nella diga del “nero” è stata aperta, ora toccherà ai municipi, tramite i servizi fiscali incrociare i dati e scoprire le “omissioni” nelle denunce dei redditi, aiutati in questi anche dai Syndic delle comproprietà che hanno iniziato un censimento degli alloggi affittati stagionalmente.

Insomma…il cerchio potrebbe chiudersi.


Beppe Tassone

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