Sono passati due anni, ma l’aria che tira è cambiata, in tutti i sensi.
Davanti al Tribunale Amministrativo di Nizza, nel frattempo traslocato nella nuova sede a due passi da Boulevard Grosso e dal CUM, è stato trattato il dossier relativo al divieto al transito dei mezzi pesanti lungo la strada dipartimentale della Valle Roya.
Già la questione era stata trattata, con successo per i cinque sindaci della vallata, nel 2017, ora però il Tribunale è entrato nel merito della questione.
Non più, dunque, una questione di urgenza e di competenze, ma di opportunità del provvedimento che ha modificato, anche in modo radicale, la vita all’interno dei centri attraversati dalla strada internazionale e che ha provocato le ire degli autotrasportatori francesi ed italiani.
L’aria, però, nel frattempo è cambiata.
La Prefettura, che nel 20917 aveva presentato ricorso contro il provvedimento, non si è più costituita, il Dipartimento delle Alpi Marittime, allora assente, ha adottato un provvedimento analogo e la relazione del “Rapporteur public” ha rigettato le istanze dei ricorrenti.
Occorrerà ora attendere una decina di giorni per conoscere la sentenza, ma difficilmente sarà ribaltata la situazione.
L’ottimismo traspare tra i sindaci dei cinque centri della vallata, supportati anche da presenze “politiche” come quella della Consigliere Regionale Laurence Boetti-Forestier, che è anche amministratrice di Breil, che ha sottolineato come” il decreto debba necessariamente essere mantenuto per migliorare la sicurezza di tutti e preservare il nostro ambiente limitando l'inquinamento atmosferico”.
Perché la questione dirimente, quella che diversifica il 2017 dal 2020 sta proprio nel ruolo che l’ambiente ha assunto, in tutti i sondaggi, in Francia: è al primo posto fra le preoccupazioni dei transalpini.
La chiave di lettura, forse, sta tutta qui.