Eventi - 18 febbraio 2020, 09:00

Un'esposizione per conoscere meglio l'Artide canadese a Monaco

Dal 1 marzo al 30 aprile, il Museo Oceanografico accoglie la mostra artistica "Voyage au Coeur de l'Arctique", in cui verranno presentati quadri e film dell'artista canadese Cory Trépanier. Propiziata dal supporto della fondazione del Principe Albert II, l'evento risalterà la bellezza, la lontananza e la fragilità di un Nord Canada in piena fase di mutamento.

Il canadese Cory Trépanier è un'artista riconosciuto mondialmente.

Il canadese Cory Trépanier è un'artista riconosciuto mondialmente.

Durante più di un decennio, l'artista Cory Trépanier ha percorso più di 60 000 chilometri. Ha attraversato 6 parchi nazionali e 16 comunità inuit per poter al meglio catturare e immortalare gli spettacolari paesaggi dell'Artide canadese. Con perseveranza e tenacia, è riuscito a domare le minacce e le condizioni estreme, nel nome della sua instancabile passione. Ha creato più di 100 dipinti a olio ed è stato l'autore di tre documentari, che raccontano le sue avventure e peripezie nel cuore del Canada. 

Inaspettatamente, è stato invitato nel 2018 dal Principe Albert II di Monaco in carne ed ossa per fare nel Principato la presentazione e la proiezione (in anteprima) del suo nuovo film "Viaggi nel cuore dell'Artide : la Sveglia", mentre ne stava concludendo le riprese. C'è da dire che lui è stato il primo ad essere sorpreso.

Lo stesso Cory dichiarò poco fa che "esplorare e dipingere l'Artide è stato molto stimolante e impressionante. Mettendomi dinanzi ad alcune queste chicche che fanno parte delle più grandi meraviglie naturali esistente è davvero una sensazione unica quanto spaventosa. Dopo tanti anni da solitario, mi emoziona sapere che altre persone si possano commuovere guardando le mie opere. Mi rallegro anche nel notare il successo nonché le discussioni riguardo il Canada, gli Inuit, la potenza della natura e la prevalenza del ruolo di protezione svolto dall'umanità che la mostra ha arrecato." 

"Viaggio nel cuore dell'Artide" percorre e rintraccia con passione paesaggi in pieno mutamento. Altrettanti rilievi, altrettante forme che molti non potranno vedere coi propri occhi. La mostra dà agli spettatori l'opportunità di scoprire dettagliatamente queste perle del Canada e permetterà di accorgersi di quello che è a rischio scomparsa. E stata presentata per la prima volta nel gennaio 2017 all'Ambasciata del Canada di Washington, e in altri 9 luoghi. Da segnalare la prima europea proprio accaduta a Monaco. 

Un argomento a cui il Principe Albert II attribuisce tanta importanza, poiché la sua vita è strettamente simile a quella di Cory Trépanier. In effetti, l'attuale Sovrano possiede nella sua genealogia DNA di esploratore. Il suo trisavolo, l'ex Principe Albert I di Monaco, oltre ad essere un importante personaggio per Monte Carlo, era noto per aver intrapreso un'attività pionieristica di esplorazione e oceanografia nell'Artide. Sembra dunque essersi tramandata l'infatuazione per la subacquea tra i membri della Famiglia Grimaldi.

La ricognizione, la conoscenza e il dominio del mare hanno sempre incuriosito i monegaschi, specialmente il Principe, a immagine del Museo Oceanografico, posto emblematico e, tra l'altro, luogo della mostra. Esso esemplifica nel modo migliore quanto possono essere legati il Principato ed il mare. 

Il (quasi) sessantaduenne è da tantissimo tempo sfegatato dalle escursioni subacquee e si è sempre adoperato per difendere l'ambiente, spesso tramite la sua fondazione che continua a darsi da fare per e a nome dell'incolumità degli oceani e dei poli. Lui asserisce dicendo che " abbiamo le spalle al muro, siccome è imperativo proteggere il ghiaccio artico, permettergli di continuare a svolgere il proprio ruolo di regolatore termico per il nostro pianeta per evitare il disastroso aumento del livello del mare da cui risulterebbe lo scioglimento dei ghiacci, sinonimo di vera sciagura ambientale. Così, impediremo che la sparizione del permafrost inietti nell'atmosfera quantità irreversibili di gas a effetto serra. E il debito che noi tutti abbiamo con noi stessi e nei confronti di tutta quanta l'umanità - qui intendo i nostri bambi - ma anche per chi subisce già l'incubo della sua espansione" . 

Tra i quadri dell'artista, sarà possibile vedere il suo più bel pezzo. Battezzata "Great Glacier", la tela è larga 5 metri, ed è uno tra i più imani dipinti a olio dell'Artide canadese mai creati. Il disegno ritrae la sbalorditiva scena del suo incontro col ghiacciaio, e dei segni da lui lasciati. Dall'altezza sgomentante, è rappresentato affiancato dalle massicce montagne e dall'oceano. Naturalmente, i lavori accenneranno alle opere di Louis de Tinayre, pittore esploratore che collaborò per vent'anni col Principe durante i suoi viaggi marittimi, le cui tele sono esibite al Museo Oceanografico. Le sue sono un'autentica testimonianza storica della vita dell'equipaggio e delle spedizioni. Arte e scienze rimangono uniti. 

Gianni Covino

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