Business - 22 febbraio 2020, 07:00

Danni collaterali da coronavirus: a Nizza e in Costa Azzurra i conti tornano. Tanto si era investito sul mercato cinese, la polmonite virale azzera tutto

Nessuna delegazione cinese, assenti 170 giornalisti e le delegazioni delle città interessate ad ospitare i carri di Carnevale. La Métropole annulla la missione a Shangai. La polmonite virale colpisce i bilanci

Cinese di Taiwan al Carnevale di Nizza

La fotografia del cinese di Taiwan che ostenta un cartello appeso al collo con la propria provenienza la dice lunga ed è solo un’indicazione dei tempi che sta vivendo il carnevale di Nizza.

Alle prese, dopo il rischio del terrorismo, combattuto a suon di misure di sicurezza, anno dopo anno sempre più affinate, ora anche del coronavirus.

Nessuna infezione, per carità, ma sono i conti e le aspettative che non tornano e il peso della polmonite virale si fa sentire, eccome, su un territorio che proprio sulla presenza cinese aveva investito e sperava di investire ancora di più nel breve periodo.

Invece l’infezione ha costretto a tornare con i piedi ben saldi sulla terra ed a guardare verso altro potenziali turisti.

Quest’anno verranno a mancare 170 tra giornalisti ed opinionisti del settore dell’informazioni provenienti dalla Cina, la missione a Shangai da parte dell’Ufficio Turistico della Métropole è stata logicamente annullata e le delegazioni provenienti da diverse città cinesi, interessate ad ospitare i carri del Carnevale di Nizza, hanno dato forfait.

Inoltre poco meno di un centinaio di prenotazioni da parte di turisti cinese negli hotel cittadini sono state annullate a causa della chiusura delle frontiere e il Carnevale di Nizza quest’anno non sfilerà in Cina.

Insomma, i conti non tornano.

Per quanto concerne il rischio di infezione per la presenza di persone portatrici del virus, il Municipio di Nizza si affretta a ricordare che la stragrande parte dei cinesi presenti al Carnevale sono residenti nel territorio o in Francia, che le frontiere Pechino le ha chiuse da tempo e che a portare la mascherina, normalmente, sono i giapponesi ed i coreani (presenti in un buon  numero), ma come segno di rispetto per gli atri, soprattutto nei periodi di raffreddore o influenza.

Insomma, tutto tranquillo a Nizza, ma mancano i cinesi e, a Genova direbbero che “son palanche che non arrivano” e nel settore turistico i soldi persi non si recuperano più.








Beppe Tassone