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Ambiente | 30 maggio 2020, 08:00

Rieccola! Torna la zanzara tigre

Secondo gli esperti, se si avvista una zanzara tigre è molto probabile che provenga dal nostro stesso giardino o dal nostro terrazzo

Zanzara tigre

Zanzara tigre

Con i primi caldi torna la zanzara tigre che avanza con una progressione incredibile, con  nove nuovi dipartimenti francesi in vigilance rouge et e venti dipartimenti in  vigilance orange.

Gli esperti di  Vigilance Moustiques, un sito internet specializzato sulla materia, sottolineano come la diffusione sia sempre maggiore e come sia necessario convivere, senza psicosi, con la diffusione della zanzara, facendo soprattutto attenzione ad evitare acque stagnanti anche in casa ed a segnalare tempestivamente la sua presenza alle autorità sanitarie.

Partiranno nei prossimi giorni interventi di disinfestazione un po’ in tutto il Sud della Francia. In ogni caso non si segnalano situazione di epidemia in Francia, anche se l’allerta è alto e l’invito a segnalarne la presenza è pressante.

Primi segnali di presenza di larve dell’Aedes Albopictus risalgono al 2004 e il primato del primo rilevamento tocca a Menton. Da allora si è diffusa un po’ in tutti i dipartimenti della regione con l’eccezione delle Hautes-Alpes.

I suoi numeri sono eccezionali: nel mese di vita una zanzara tigre depone, per cinque o sei volte, fino a 150 uova. Vi è, secondo gli esperti, l’80 per cento di probabilità, se si avvista una zanzara tigre, che provenga dal nostro stesso giardino o dal nostro terrazzo. La situazione è monitorata in continuazione, anche se in Francia non si sono ancora verificate situazioni di emergenza come avvenne in Italia nel 2007 quando furono 300 i casi di chikungunya di origine autoctona di cui uni mortale.

Normalmente si avvicina agli esseri umani la sera e comunque nel momento più fresco della giornata, per nutrirsi del sangue: le malattie che può trasmettere, pericolose soprattutto per le donne incinte, vanno dalla malaria al chikungunya al virus Zika.

I sistemi sanitari e di laboratorio sono mobilitati: si agisce su due direzioni, quella della sterilizzazione mediante irradiazioni e con interventi definiti “OGM”. Tentativi che possono dare qualche risultato, ma che non si rivelano risolutivi e che, a causa delle modifiche climatiche e dell’aumento delle temperature, aiutano la zanzara tigre a diffondersi sempre di più anche in aree che fino ad ora non erano mai state toccate.

Beppe Tassone

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