Ambiente - 26 giugno 2020, 07:00

Nizza dice “no” ai 30 km orari in tutta la città

Nessun desiderio di imitare Parigi: nella capitale una simile misura estesa a tutte le strade della capitale. I dubbi sui livelli di inquinamento che potrebbero anche salire

Promenade des Anglais

Promenade des Anglais

Anche a Nizza si sta sviluppando un serrato dibattito sulla velocità massima in città a 30 km orari.

La decisione del comune di Parigi di adottare una simile misura in tutto il territorio della capitale, fatta esclusione per i grandi assi cittadini quali i Champs-Élysées, si è velocemente estesa in tutta la Francia.

Sulle rive del Mediterraneo è stata accolta senza troppo entusiasmo.
Nizza è impegnata in importanti interventi per la realizzazione di piste ciclabili che, gioco forza, già limitano il traffico veicolare e inducono ad evitare le strade dell’iper centro, mentre un qualche interesse potrebbe valere per la sola Promenade des Anglais, che è una vera e propria autostrada che corre a lato di una passeggiata percorsa ogni giorno da migliaia di veicoli.

In comune, di fronte alle sollecitazioni dopo la decisione parigina, rispondono che una misura analoga e generalizzata si tutto il territorio è da escludersi.
Lo dice apertamente Gaël Nofri, che ha la delega alla circolazione stradale e che ritiene che misure simili possano essere adottate per alcune particolari situazioni, ma non per la totalità delle strade cittadine.

Viene sottolineato, infatti, che una riduzione generalizzata dei limiti di circolazione da 50 Kmh a 30 kmh potrebbe sì avere positivi effetti sulla sicurezza e sulla gravità degli incidenti, ma non assicurerebbe una diminuzione dell’indice di inquinamento.

In certe condizioni, infatti, i livelli delle emissioni di anidride carbonica non diminuiscono con la diminuzione della velocità, anzi tendono  ad aumentare. La riduzione è sensibile solo quando si scende sino alla barriera di 70 kmh, poi le dinamiche mutano.

Ma per quanto riguarda l’imitazione delle scelte parigine, a Nizza fanno notare che la pensano diversamente.



Beppe Tassone

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