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Politica | 28 giugno 2020, 07:00

La Francia oggi al voto: non sarà più quella di prima

Un voto destinato a segnare una svolta nella politica francese: tanti interrogativi, poche certezze. E a Nizza qualcuno pensa all’Eliseo…

Seggio elettorale in Rue de France a Nizza

Seggio elettorale in Rue de France a Nizza

Quelle che si stanno svolgendo in queste ore sono le prime elezioni “importanti” che si tengono in Europa dopo l’esplosione della pandemia.

La Francia va al voto per “completare”, con i ballottaggi, il turno amministrativo che si era avviato lo scorso 15 marzo: come a dire un secolo fa.
Allora, alla vigilia dell’adozione delle prime misure di confinamento e della chiusura delle scuole, si recarono alle urne pochi francesi, solo 44%, una crescita nelle astensioni del  20% rispetto a sei anni prima.

Ora,  dopo il confinamento, con quasi 30 mila morti e oltre 160 mila contagiati, con le case di riposo decimate e la gente costretta in casa per quasi due mesi, con la tensione che monta nelle periferie e qualcuno che cerca di approfittarne soffiando sul fuoco, con la polizia in polemica col governo e con manifestazioni antirazziste che attraversano il Paese e con la disoccupazione che ha creato, in questi primi mesi, 400 mila nuove vittime, la Francia torna a votare.

Le urne diranno molte cose, testimonieranno, con ogni probabilità, di una Francia diversa rispetto a quella che si recò a votare a marzo, forse disegneranno una nuova politica, sicuramente racconteranno una storia diversa.

Il racconto iniziato a marzo é sostanzialmente questo:
La sinistra riesce a tenere grazie alle sue grandi città di riferimento: a  Parigi , Anne Hidalgo, sindaco uscente, è in testa con buon margine. Martine Aubry a Lille, Nathalie Appéré a Rennes e Johanna Rolland a Nantes possono sperare nell’elezione. Così come Marsiglia vede Michèle Rubirola in testa (anche se con poco margine su Martine Vassal dei Républicains).

In difficoltà il partito del Presidente Emmanuel Macron, poco radicato sul territorio, troppo liquido per attecchire in un’elezione come quella municipale dove contano “le radici”. LREM è terza a Lyon e Besançon, mentre il primo ministro Edouard Philippe va al ballottaggio in testa (ma sei anni fa aveva vinto a man bassa) a Le Havre.

L’estrema destra del Rassemblement National non sfonda, prende voti, ma non riesce ad ottenere grossi risultati. Sono suoi al primo turno i sindaci di Hénin-Beaumont, Fréjus, Beaucaire e Hayange. Fra le grandi città può sperare a Perpignan.

Buono il risultato dei Républicains che conquistano al primo turno a Calais e Reims. A Marsiglia vanno al ballottaggio contro la sinistra e possono sperare di conquistare Tolosa dove, in alleanza con LREM, hanno ottenuto un buon 35%.
Ottimo il risultato dei verdi: sono in testa a Bordeaux, Lyon, Strasbourg, Grenoble e Besançon. Un ruolo decisivo nei ballottaggi, con il gioco degli apparentamenti, potranno giocarlo anche a Rennes, Lille e Nantes.

Ora, “un secolo dopo”, i quesiti ai quali si chiede una risposta dalle urne sono molti ed anche diversi.

Affluenza alle urne
Normalmente al secondo turno si vota meno che al primo, quindi sarebbe da aspettarsi un’ulteriore riduzione dell’affluenza alle urne. Non è detto: la pandemia pare abbia fatto nascere la voglia di partecipazione e, questa sera, sapremo fino a che punto questo desiderio si é concretizzato con il “passaggio” nei seggi elettorali di persone che li avevano disertati nel primo turno.
Se così fosse potrebbero esservi delle sorprese, nei risultati, come nei consensi a questa o quella coazione. Un’indicazione importante per comprendere se veramente la pandemia ha generato il desiderio di partecipazione, soprattutto da parte dei più giovani che il 15 marzo erano rimasti lontano dai seggi.

Partiti tradizionali
I partiti tradizionali che si confrontano sono sostanzialmente tre: Républicains, in testa al primo turno, Socialisti e Rassemblement National. Potrebbero veder crescere le loro difficoltà a spese degli ecologisti dati in crescita e possibile “rivelazione” del secondo turno. La liquidità del partito della République en Marche di Emmanuel Macron potrebbe addirittura lasciare sul campo vittime illustri o, in ogni caso, faticare in città ritenute sicure (è il caso del primo ministro Eduard Philippe a Le Havre).

Sinistra
Vittima delle proprie divisioni e della tentazione di spaccare il capello in mille parti pur di non trovare una linea comune, la sinistra rischia grosso. E’ in buona posizione nelle prime due città francesi (Parigi e Marsiglia), ma per il resto le difficoltà sono crescenti e questo ad un anno dalle elezioni regionali e dipartimentali potrebbe rivelarsi una grossa preoccupazione.

Rassemblement National

E’ il maggior punto interrogativo di questo secondo turno. Praticamente assente dalla scena durante la pandemia, il movimento sovranista sconta l’assenza di argomenti solidi durante i difficili mesi dell’epidemia. Al di là del solito richiamo all’immigrazione clandestina, la destra nazionalista è rimasta sostanzialmente priva di argomenti ed ha rivelato una palese inconsistenza politica. In queste ultime settimane ha cercato di risollevare la testa con battaglie di retroguardia (contestazione delle piste ciclabili, delle limitazioni al traffico e delle misure ambientali’,) o con il solito appello a lasciare mano libera alla polizia anche a costo di mettere a repentaglio la coesione sociale e ad infuocare ancor di più una situazione che è già difficile. In pratica, come avvenuto anche in altri Stati, il movimento sovranista ha dimostrato la propria bravura a cavalcare le proteste, ma l’inadeguatezza a reggere situazioni di responsabilità e di governo.  Il Rassemblement National, relativamente alle grandi città, si gioca praticamente tutto a Perpignan, un po’ poco per una forza che rischia di pagare anche la ripresa di quota da parte della Comunità Europea.

Per quanto riguarda il Dipartimento delle Alpi Marittime difficilmente sorprese contraddistingueranno il voto a Nizza, Menton e Cagnes.

A Nizza, anzi, la consistenza della vittoria del sindaco uscente Christian Estrosi (che nessuno mette in discussione) potrebbe aprire le porte del primo cittadino a responsabilità di governo, con la nascita di una nuova coalizione: ultimo passaggio prima dell’avventura verso l’Eliseo che molti preconizzano per il primo cittadino nizzardo.

Saranno invece da tenere d’occhio alcune località molto più piccole dove si confronteranno l’usato sicuro (amministratori in sella da molti mandati) con giovani entusiasti e vogliosi di darsi da fare.

Questa sera anche dai piccoli centri giungeranno importanti indicazioni e qualche sopresa...



 



Bepe Tassone

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