Mancano i cinesi, mancano gli arabi, mancano i rissi e mancano gli americani e loro sono in crisi di astinenza e non sanno come uscirne: si tratta dei “profumieri” di Grasse che, dopo l’epidemia di Covid 19, hanno visto sparire i turisti più disposti a spendere e con loro buona parte degli affari, o almeno di quelli più sostanziosi.
Raccontano alla maison Galimard che l’assenza di turisti provenienti da quelle tre grandi aree non solo ha rarefatto il numero dei visitatori (scesi del 60%), ma soprattutto degli incassi.
Un turista cinese, americano o russo, sia che arrivasse in gruppo, sia che venisse a visitare i celebri “santuari” della profumeria singolarmente, andava via dopo strisciato la carta di credito per acquisti intorno ai mille euro.
Sono rimasti i turisti europei, quasi essenzialmente francesi e la spesa media è scesa a 65 euro, che non sono pochi, certo, ma rappresentano una goccia nel mare dei mille euro di prima.
Rischio occupazione, problemi economici ed anche tanta tristezza: nel paese di profumi, come in quello dei balocchi, certe assenze si fanno sentire, sotto molti punti di vista.
Il passaggio da 1.000 euro a 63 è del tutto rilevante e i volumi di affari sono così diminuiti dell’80% ancor di più di quelli delle presenze e non si vede alcuna luce all’orizzonte.
Il Covid 19 sta riprendendo d’intensità, alcune frontiere sono ancora chiuse, altre potrebbero esserlo molto presto.
Di aerei ne atterrano sempre pochi, soprattutto mancano i voli extra europei.
A Grasse i profumi sono là, l’interesse esiste, ma al momento di tirare fuori la carta di credito, l’assenza di visitatori provenienti dall’Asia, dall’Est Europeo e dall’America si fa sentire.
Non resta, dunque, che chiedere lo stato di crisi e l’accesso alle sovvenzioni che già sono state riconosciute ad hotel, ristoranti ed alle strutture che organizzavano avvenimenti a forte richiamo.
Per ora altre strade non se ne vedono.