Altre notizie - 11 gennaio 2021, 16:37

Saint-Tropez: la storia di un borgo ligure in Francia

Non c'è città della Francia del sud che non abbia risentito della presenza di Genova e dei contatti con la Liguria, soprattutto di Ponente

Saint-Tropez: la storia di un borgo ligure in Francia

Non c'è città della Francia del sud che non abbia risentito della presenza di Genova e dei contatti con la Liguria, soprattutto di Ponente. Particolarmente importante è in proposito la notizia che nell'anno 1470 Giovanni Cossa, luogotenente generale del re Renato di Provenza, concesse in feudo al nobile genovese Raffaello da Garessio la signoria del luogo di Saint-Tropez, allora deserto (antica terra celto ligure, divenuta l' Heraclea romana costruita nei dintorni di quel Frassineto, che sarà poi fortezza saracena); ed il Garessio vi condusse dalla riviera ligustica (da Oneglia - Oneglia ancora genovese, prima della cessione ai Savoia un secolo dopo-, ma in misura più rilevante da Albenga e dintorni) ben sessanta famiglie, le quali vi edificarono il presente borgo (oggi rinomata località della Costa Azzurra) ed una nuova chiesa ispirata alla diocesi di Albenga in onore del santo da cui prende nome appunto quel posto.

I coloni furono esentati dal pagamento delle tasse per duecento anni. Le genti liguri fondarono o popolarono anche altri villaggi della zona, dove peraltro si erano trasferiti altri conterranei, i figun (mangiatori di fichi) fin dal XIII secolo. Ne è un esempio la cittadina di Mons, nel Var, dove, ancor prima della dedizione del Nizzardo ai Savoia, si parlava un dialetto del Ponente ligure, oltre che il genovese (dal VII secolo): dialetti che sopravvissero fino al 1950. Per tornare a Saint-Tropez occorre affermare che la cittadina è proprio cosa ligure sotto tutti gli aspetti, tant'e' che i suoi abitanti, con nobile compiacenza, ricordano tuttora i vincoli storici con i quali sono collegati a Genova e alla Liguria. I costumi del Genovesato, così radicati a Saint-Tropez, fecero sì che nel 1862 si costituisse nel borgo marino una "Società delle regate": quest'ultima, fondandosi appunto su taluni antichi legami, chiedeva, per mezzo del Maire del tempo al Comune di Genova il dono di due stendardi, l'uno riportante i colori nazionali e l'altro ornato della "temuta" e celebre croce della gloriosa Repubblica di Genova, da distribuirsi in premio a coloro che avessero trionfato nelle solenni corse del 18 maggio 1864.

Il Municipio genovese assentiva di buon grado alla domanda; e spediva a Saint-Tropez due superbi vessilli, i quali venivano accolti da quei cittadini con il più vivo trasporto, in mezzo alle grida di evviva alla Metropoli della Liguria. Certamente lo stesso grande Pittore spagnolo Picasso avrà pensato nel 1950, stabilendosi nella ridente Vallauris, non troppo lontana da Saint-Tropez, di condividere con gli abitanti del luogo le proprie origini liguri e genovesi. Picasso era infatti il nome della madre dell'artista iberico, originaria della secolare colonia genovese di Malaga: una delle tante aree liguri nel Mediterraneo, in Nord Africa, in Crimea e nelle lontane Americhe. In Francia, tuttavia, il pressante centralismo politico e linguistico, avviato subito dopo la cessione di Nizza da parte di Casa Savoia a Parigi, fu artefice del progressivo smantellamento delle eredità linguistiche liguri e liguri provenzali in tutto il sud francese, già messe a dura prova a suo tempo dell'accorpamento del regno di Provenza al regno di Francia nel 1481. Le vive comunità che testimoniavano la secolare presenza ligure ad occidente di Monaco, anche oltre la Contea di Nizza (arricchita dall'elemento italiano in genere, specialmente piemontese), si spingevano ben oltre i confini naturalmente geografici del Bel Paese. La stessa città di Antibo (oggi Antibes), così chiamata perché fondata dai greci focesi di Marsiglia davanti all'altra loro colonia di Nizza, era città profondamente ligure e genovese. Analogamente Aigues-Mortes, in piena Occitania, viveva di atmosfere  genovesi. A Guglielmo Boccanegra, già doge e capitano del popolo della Superba e poi esiliato, vennero affidati in tale città da San Luigi IX,  re di Francia importanti incarichi, oltre ad esserne nominato governatore. Al suo seguito si formò una nutrita colonia ligure, che contribuì alla costruzione delle mura fortificate del borgo provenzale. Ad Aigues Mortes venne scritta una tragica pagina dell'immigrazione italiana, suscitata  dall'odio xenofobo anti italiano.  Nel 1893 vennero qui massacrati molti lavoratori italiani ( tra i quali anche liguri) dai loro colleghi francesi a servizio nelle locali saline, dopo una campagna di diffamazione degli italiani da parte della stampa nazionalista e conservatrice contro la nostra manodopera definita un'accozzaglia di delinquenti"colpevoli"di sottrarre il lavoro ai francesi". L'orrore suscitato dall'evento portò Francia e Italia sull'orlo di uno scontro ed ebbe ampia eco sulla stampa internazionale, che condannò l'episodio come una sciagurata iniziativa di intolleranza.

Il governo repubblicano centrale rimase sconcertato (solo recentemente in Francia e' stato tributato ai caduti italiani un onorevole, se pur tardivo, ricordo con una lapide scoperta dalla associazione provenzale "La bel Bel Italia",  memore pure della storia che Liguria e Italia hanno scritto da quelle parti). L'eccidio  avveniva, paradossalmente, proprio quando ancora le parlate liguri e liguri provenzali, oltre che la cultura italiana in genere, erano piuttosto radicate nei territori meridionali della Francia.

Pierluigi Casalino

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