Raramente un provvedimento di divieto ha riscosso tanti consensi: la Prefettura Marittima, con sede a Tolone, che ha giurisdizione sulle coste francesi che si affacciano sul Mediterraneo, ha pubblicato un’ordinanza che vieta alle imbarcazione di 24 metri e, dalle foci del Var a Menton di 20 metri, di ormeggiare fuori dai porti in vaste aree di mare.
L’ordinanza integrale, assieme con le relative cartine, è inserita al fondo di questo articolo.
Si tratta di un provvedimento da tempo atteso e lungamente richiesto dalle associazioni ambientaliste, dai pescatori e da alcune rappresentanze della nautica da diporto per preservare i prati di posidonia dalla distruzione.
Riportano i siti specializzati che “la Posidonia è una pianta acquatica che colonizza i fondali marini con praterie che sopravvivono solo con valori di salinità costanti, una forte illuminazione, temperature tra i 10 e i 28°C, acque molto pulite. La sua presenza è indicatore della salute del mare. Contrariamente a quanto si immagini la Posidonia non è un alga, ma una pianta composta da radici, fusto, foglie e fiori; è il risultato dell’adattamento alla vita acquatica di piante superiori che, circa 120 milioni di anni fa, si sono trasferite dalla terra ferma al mare. La Posidonia è uno dei produttori primari di ossigeno, tanto da essere paragonata alle foreste tropicali. Una risorsa indispensabile in grado di sequestrare CO2 dall’atmosfera, regolare l’acidità delle acque e rilasciare ossigeno. La scomparsa di queste aree verdi marine, oltre a compromettere la salute del mare, influisce sul riscaldamento globale”.
Ora le grosse imbarcazioni, quando ormeggiano negli specchi d’acqua antistanti la costa, possono distruggere, con le ancore, i prati di posidonia che “crescono” di pochi centimetri l’anno, mentre una sola ancora è in grado di distruggerne decine di metri.
Così la Prefettura Marittima ha adottato il provvedimento di divieto di ormeggio in vaste aree a ridosso della costa: una sorta di interdizione all’ormeggio libero che ricorda molto quello dei camper qualche decina di anni fa…
Logicamente il Comité Européen des Professionnels du Yachting (ECPY) che ha sede a Nizza sta protestando contro la decisione ricordando come i capitani delle imbarcazioni di così grandi dimensioni siano dei professionisti in grado di non danneggiare l’ambiente: si prospetta un ricorso in sede amministrativa.