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Altre notizie | 03 dicembre 2020, 09:18

Il Principato di Monaco, Ventimiglia e il Ponente ligure durante e dopo il Congresso di Vienna

Il 15 aprile 1814, la popolazione di molte città della Riviera depose gli amministratori filo-napoleonici.

Il Principato di Monaco, Ventimiglia e il Ponente ligure durante e dopo il Congresso di Vienna

Il 15 aprile 1814, la popolazione di molte città della Riviera depose gli amministratori filo-napoleonici. Il 19 aprile un manifesto, fatto affiggere e firmato dal "maire" Galleani, inveiva contro il deposto imperatore, per annunciare che  "Ventimiglia era  tornata figlia dell'amatissimo sovrano Luigi XVIII". Sempre in quell'anno, il trattato di Parigi ristabiliva il protettorato francese sul Principato di Monaco. La Francia post napoleonica smetteva così di annettersi il principato, chiamato nell'occasione Porto Ercole, mentre il principe reggente, Onorato V, poteva riprendersi il trono monegasco. Nel frattempo i lavori della strada carrozzabile proseguivano con lentezza. Il 26 aprile, in Genova, lord William C. Bentick ristabiliva tuttavia la sovranità genovese sulla Liguria occupata.

Il lord, comandante in capo delle truppe inglesi, dichiarava ristabilita la "costituzione degli stati genovesi, quale esisteva nel 1797, con quelle modificazioni, che il voto generale, il pubblico bene e lo spirito dell'originale costituzione del 1576, sembrava richiedere". Il Nizzardo con la Provincia di Sospello tornavano al Piemonte; Ventimiglia, il territorio degli Otto Luoghi, Bajardo e il Castelfranco tornavano alla Repubblica ligure genovese. Si ricostituiva nelli stesso periodo il Principato di Monaco e il Marchesato di Dolceacqua. Il 13 maggio, lo stesso nuovo re francese scriveva al vescovo di Ventimiglia, invitandolo a celebrare un Te Deum pubblico, dedicato ai destini della Francia monarchica. In quei giorni l'ingegner Giacomo Agostino Brusco preparava un progetto di grandi lavori stradali, sia lungo la Riviera che verso la Val Roja. Negli otto mesi di sovranità della Repubblica di Genova, si avviarono infatti, tali lavori, poi ripresi dall'ingegner J.H.Sigaud, che ponevano le basi di un disegno volto a rompere una situazione di secolare immobilismo ed isolamento del Ponente ligure nel suo complesso. Significativo si dimostrò anche il comportamento del Governo provvisorio genovese, il quale, pur di conservare almeno l'indipendenza della Capitale, diede incarico ai suoi rappresentanti al Congresso di Vienna di informare i Savoia d'esser pronta a barattare Ventimiglia, Sanremo e Taggia.

Genova avrebbe ben volentieri ceduto al Piemonte sabaudo le colonie dell'estremo Ponente contro i possedimenti savoiardi ad Oneglia, più prossimi al Capoluogo  che se fosse stata riconosciuta, si sarebbe limitata alla situazione di una libera città di tipo anseatico. Il 30 maggio, il Principato di Monaco rientrava nei suoi confini, nella sua sovranità e sotto il protettorato francese, come prima del 1792. I Grimaldi videro ricostituito il loro Stato. Malgrado i protettorati e l'omaggio per Mentone e Roccabruna, Monaco era da lungo tempo un Principato sovrano.

La Rocca non aveva perduto il suo valore militare, trovandosi sul mare. Circostanza, quest'ultima, che consentiva ad uno Stato, anche lontano, di avere con essa una comunicazione diretta. La Francia, per la prima, aveva interesse alla sua ricostruzione per non perdere, nel disastro che la colpiva, anche questo suo punto d'appoggio. L'italiano ridiventava la lingua ufficiale. I Cento Giorni del ritorno di Napoleone, fecero riflettere  il Congresso di Vienna: il Principe di Monaco, infatti, aveva chiesto, al ritornato Napoleone, una guarnigione francese, per cui dopo Waterloo, parve prudente togliere alla Francia anche l'ultima posizione strategica sulla via d'invasione litoranea.

Pierluigi Casalino

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