Una storia “giudiziaria” che merita di essere raccontata, se non altro per marcare le differenze fra Stato e Stato.
Un panettiere nizzardo, titolare di 6 panetterie nelle Alpi Marittime, aveva trovato il sistema per rendere un po’ più intelligenti e un po’ meno “sinceri” i registratori di cassa.
Un sistema, insomma, per guadagnare senza pagare le tasse.
La sua attività era fiorente, panetterie a Nizza, Saint-Jeannet, Antibes e La Turbie, un notevole giro di affari.
Fino a quando è finito sotto la lente del fisco e, di riflesso, quella giudiziaria: l’accusa è quella di aver occultato alle imposte circa 100mila euro, ogni mese, di guadagno, sicuramente una bella cifra che avrebbe sfiorato, in totale, 2 milioni di euro.
Infine il processo a Nizza e la condanna.
Il panettiere è stato condannato a 5 anni di carcere (dei quali tre sospesi, ma due da scontare), a 100mila euro di multa ed a 10 anni di interdizione dalla gestione di attività commerciali.
Il tribunale si è dimostrato più “mite” rispetto all’accusa che aveva chiesto che la multa fosse di 350mila euro e che gli venisse confiscata anche una villa. Si vedrà confiscato, invece, “solo” un appartamento a Villeneuve Loubet oltre ad un anello.
Condanna anche per un suo socio che dovrà scontare 3 anni di carcere (due sospesi) e pagare una multa di 50mila euro.
Altre persone, componenti della famiglia del panettiere, sono pure state condannate e interdette dalla gestione di un’impresa.
Forse è il caso di meditare…