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Ambiente | 12 ottobre 2021, 08:00

Un altro segno dello stato del mare: rinviata la pesca dei ricci di mare

La decisione riguarda i Dipartimenti delle Alpi Marittime e del Var. La data di inizio spostata al 1° dicembre con quantitativo limitato. Pesanti sanzioni

Un altro segno dello stato del mare: rinviata la pesca dei ricci di mare

Niente spaghetti o linguine ai ricci di mare “freschi”, almeno per il momento, si tratta di un altro segno dei tempi e dello stato del mare.
Il 1° novembre nei due Dipartimenti del Sud Est francese (Alpes Maritimes e Var) non verrà dato il via alla pesca dei ricci di mare.

Le cause della decisione adottata dal Prefetto Marittimo sono dovute alla scarsità di ricci di mare. Anche su segnalazione dei pescatori professionali, l’autorità marittima ha “spostato” al 1° dicembre fino a metà aprile il periodo nel quale potranno essere pescati i ricci.

Ridotto anche il quantitativo del “pescato”: i pescatori che lo fanno per hobby potranno, da riva o in forma subacquea, potranno al massimo pescare 48 ricci di mare ogni giorno mentre i professionisti che utilizzano imbarcazioni il limite è quello di 48 ricci per persona con un limite di  120 ricci di mare ad imbarcazione.

Alcune informazioni sui ricci di mare con l’aiuto del web.

Dove si trovano i ricci di mare?
I ricci di mare sono organismi marini invertebrati, appartenenti alla classe Echinoidea per la presenza massiva di aculei. Ne esistono circa 950 tipologie in tutto il mondo, anche se non vengono considerati ovunque come degli alimenti.
I Paesi in cui troviamo una maggiore diffusione circondano il Mar Mediterraneo, Italia e Francia in prima linea, e l’Oceano Atlantico Orientale. Vengono notevolmente apprezzati anche da nazioni come il Cile, il Giappone, l’Alaska e la Nuova Zelanda.
L’habitat prediletto dai ricci di mare sono gli scogli e i fondali rocciosi, generalmente in zone profonde e poco illuminate. La specie che popola il fondo marino del Mediterraneo, vive a circa 30 metri di distanza dalla superficie attaccata alla Posidonia oceanica, pianta acquatica tipica del luogo.
La presenza di questi esemplari è il segnale naturale della pulizia delle acque: essi tendono a fuggire da ambienti inquinati, preferendo invece aree incontaminate.

Come sono fatti?
I ricci di mare hanno una forma rotonda e sono protetti da un guscio duro, ricoperto da più di un migliaio di spine. Gli aculei svolgono una funzione importantissima per l’animale, permettendogli di spostarsi lungo le pareti di roccia e nei fondali e di proteggersi dalla caccia dell’uomo. La loro pericolosità varia a seconda della specie di riccio: quelli più comuni, colpiscono i pescatori infilzandoli sulla carne ma senza rilasciare alcuna nocività. Al contrario, nei mari tropicali esiste una tipologia nota come “riccio di fiori”, che possiede delle spine cariche di veleno.
I ricci possono essere di vari colori, a seconda del sesso. Solitamente, gli esemplari maschili sono di colore nero, mentre i femminili hanno tonalità viola, marroni, rosse, verde oliva, ma anche rosa e blu.
La respirazione avviene in una maniera singolare. Oltre che a livello cutaneo, questi animali marini respirano attraverso delle branchie. Queste, denominate “Lanterna di Aristotele”, pompano continuamente l’acqua e costituiscono un apparato masticatore costituito da 5 denti che gli consente di nutrirsi.
Dal punto di vista riproduttivo, sono costituiti da 5 gonadi, o uova, ovvero dei filamenti di colore giallo/arancione che, disposti all’interno del guscio, riproducono la forma di una stella. Questa conformazione è presente generalmente nei ricci femmina.

Cosa mangiano?

I ricci che vivono nelle parti rocciose dell’ambiente marino sono prevalentemente erbivori. La vegetazione offerta dalle alghe costituisce la loro principale fonte di cibo e vi si attaccano finché non le hanno divorate completamente.
Diversamente, altre tipologie di ricci di mare si nutrono delle sostanze organiche depositate sul fondo sabbioso: conchiglie, piccoli sassi, spugne e altri animali marini.



Beppe Tassone

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