Immobiliare - 20 marzo 2022, 07:00

Costa Azzurra, l’impatto della guerra in Ucraina sull’economia

Un’indagine condotta dalla Camera di Commercio di Nizza rivela che l’80% delle imprese subirà un impatto negativo e il 60% ipotizza un calo nel fatturato

Chambre de Commerce et d’Industrie Nice Côte d’Azur

Sono preoccupanti i primi dati che emergono da un sondaggio effettuato dalla Chambre de Commerce et d’Industrie Nice Côte d’Azur sull’impatto che la crisi, generata dall’invasione dell’Ucraina, provocherà sul Sud Est Francese.

L’analisi ha coinvolto circa 28 mila imprese che hanno sede in Costa Azzurra e i primi dati resi noti riguardano circa un terzo della platea interessata.
Emerge che l’80% degli intervistati subirà dalla guerra un impatto più o meno rilevante e che circa il 60% ipotizza un calo nel fatturato.

I settori maggiormente colpiti sono quattro: si va dal turismo al commercio , dall’industria all’edilizia.
Il commercio è in prima linea anche perché nel 2021 aveva fatto registrare una ripresa dell’8% sull’anno precedente ed addirittura una crescita dell’1% rispetto al 2019, cioè a prima della pandemia.

La crisi innescata dall’invasione russa dell’Ucraina è importante e cala come una scure sul settore che immaginava un 2022 all’insegna del segno positivo.

Altro settore che rischia di entrare in crisi è quello turistico che costituisce una buona fetta delle imprese “indagate” dalla Camera di Commercio della Costa Azzurra, rasentando il 15% del totale.
La clientela russa costituiva l’8% della clientela internazionale, con presenze medie dalla settimana ai dieci giorni e notevole capacità di spesa.
Ora il settore è corso ai ripari alla ricerca di nuove clientele e in questo senso va “letta” la missione a Dubai, in ogni caso la perdita netta dovuta alla “” dei russi va calcolata intorno ai 50 milioni di euro.

Minore, ma comunque sensibile, l’impatto anche per l’industria (il mercato russo rappresenta il 10%) e quella delle costruzioni col 7%.
Dall’indagine mergono anche altri due dati preoccupanti: oltre il 60% degli intervistati è colpito dal rincaro dei costi energetici e il 20% è in difficoltà non riuscendo a reperire le materie prime.

Altre due criticità emergono relativamente all’alluminio le cui scorte potrebbero esaurirsi nell’arco di tre mesi e l’altra la quasi sparizione dal mercato del gas neon fornito per il 70% dall’Ucraina e indispensabile nella produzione di semiconduttori.
Il 60% degli intervistati ha segnalato di essere colpito dall'aumento dei costi di produzione legato all'aumento dei costi energetici. Oltre il 20% sta già incontrando difficoltà nell'approvvigionamento delle materie prime.

Dall’indagine emergono anche alcuni dati rassicuranti: quasi il 70% degli intervistati non ipotizza interruzioni nell’attività e oltre l’80% ritiene che non sarà necessario ridurre il personale.



Beppe Tassone