In sella alla sua bicicletta, Danilo Radaelli ci conduce a far conoscenza con un bel villaggio dell’arrière pays nizzardo.
Bonson è spesso associato al termine occitano medievale bo (n) son, Ariete.
Tuttavia, il sito su cui è costruito il villaggio incoraggia la scelta della seguente etimologia: Bouzon (antico francese) e Bonso (provenzale): chiusa, sbarra, sporgenza.
In dialetto locale, baus, bausson significa piccola scarpata e in dialetto nizzardo, bausse: roccia ripida.
Nel 1691 il nome del villaggio era diventato Bausson. Dal 1760 si chiama Bonson.
Bonson è un villaggio a 20 km in linea d'aria da Nizza ed a un’ora dalle località di sport invernali delle Alpi Marittime.
Il comune, con una popolazione di quasi 700 abitanti, presenta una estensione di 334 ettari di boschi e 100 ettari di ulivi e si trova sulla riva destra del fiume Var.
Bonson é posato su uno sperone roccioso che domina per quasi 300 metri la confluenza dei fiumi Var e Vésubie.
Mentre il versante settentrionale del paese è costituito da inospitali scogliere rocciose, il versante meridionale, dal fiume Var al paese, è suddiviso in terrazzamenti coltivati ad ulivi. Questo patrimonio di bellezza e ricchezza, costruito dal lavoro e dal genio architettonico delle generazioni passate, è anche un patrimonio di sicurezza contro il fuoco che costituisce un costante pericolo.
Il paesaggio è interessante e unisce i tormentati rilievi delle montagne alla rassicurante presenza degli ulivi, anche se sono molte le querce ed i pini.
Da visitare il villaggio che si trova su un crinale sotto un'imponente vetta di 350 metri e presenta una fitta rete di vicoli e scale oltre a porticati e ai suggestivi lavatoio coperto e frantoio tradizionale.
Notevoli anche gli edifici religiosi tra i quali la Chiesa parrocchiale di Saint-Benoît.
Alcune foto si riferiscono anche alla vicina Gilette.