Molti residenti e turisti lo avranno certamente notato durante una passeggiata nei giardini di Palazzo Carnolès, Villa Maria Serena o a Serre de la Madone, dove alcune aree verdi sembrano lasciate all'incuria con l'erba che sembra sovrasttare il tutto.
Ebbene, non è negligenza, ma la volontà da parte dell'Unità Giardini Eccezionali del Comune di sostituire lo sfalcio regolare con una gestione differenziata, a seconda del settore, lasciando così fiorire la flora. Si tratta della cosiddetta falciatura tardiva.
Ma che cos'è esattamente? Consiste nel limitare lo sfalcio annuale ad un unico passaggio, al termine del ciclo riproduttivo vegetale, al fine di sviluppare e promuovere la biodiversità.
In alcuni giardini di Mentone, per la prima volta, lo sfalcio è stato effettuato a luglio.
Per preservare il suolo, lo sgombero è stato effettuato rispettando un'altezza minima di 10 centimetri e la raccolta del materiale è avvenuta dopo due giorni, dando agli insetti il tempo di allontanarsi.
A lungo termine, questa pratica consente di ottenere un prato più diversificato, di preservare la biodiversità e di salvaguardare la fauna e la flora.
Le piante, infatti, hanno tempo di completare i loro cicli, favorendo nel contempo l'habitat ideale per gli animali. Inoltre, i prati fioriti attirano e preservano gli insetti impollinatori, essenziali per le piante.
Viene inoltre favorita una maggiore diversità floreale, creando un paesaggio colorato e attraente con i residui del fieno che proteggono il terreno migliorandone la fertilità e la ritenzione idrica.
In ultimo, ma non ultimo, la minore falciatura riduce il consumo di carburante ed i costi per la comunità favorendo anche un risparmio idrico: meno irrigazione grazie alla protezione del suolo