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Business | 04 settembre 2023, 07:00

Whistleblowing, la procedura: cosa fa Monica Baldassarre

Monica Baldassare, fondatrice dello studio VI & MB con sede a Milano e a Roma, è una professionista affermata e che si pone come riferimento per la gestione fiscale, commerciale e legale delle imprese.

Whistleblowing, la procedura: cosa fa Monica Baldassarre

Monica Baldassare, fondatrice dello studio VI & MB con sede a Milano e a Roma, è una professionista affermata e che si pone come riferimento per la gestione fiscale, commerciale e legale delle imprese. Si occupa anche di whistleblowing, un istituto fondamentale per combattere e prevenire gli illeciti.

Ne parliamo qui, fornendo una panoramica sul whistleblowing e illustrando le procedure che lo riguardano. Infine, discuteremo del contributo che Monica Baldassarre presta a chi intende impegnarsi nel whistleblowing. 

Cos’è il whistleblowing

Con il termine whistleblowing si intende la segnalazione di un illecito da parte di un dipendente o comunque di una figura personale interno all’azienda. Può essere definito come un “istituto” in quanto normato dalla legge ordinaria, approfondito da alcune sentenze della Cassazione e disciplinato nello specifico dai regolamenti aziendali. 

Il whistleblowing è fondamentale per garantire il buon funzionamento di un'impresa o di un’organizzazione, sia essa pubblica o privata. Consente di punire gli illeciti, ma anche di prevenirli in quanto formidabile deterrente. Ci riesce in quanto fa leva su un punto di vista privilegiato: quello del dipendente che viene a conoscenza di un illecito o a cui vi assiste personalmente.

Le norme tutelano il “whistleblower”, proteggendolo dalle ritorsioni che possono colpirlo in qualità di persona e lavoratore. Di base, impediscono che venga demansionato o addirittura licenziato.

Esistono però alcune eccezioni. Per esempio, non è tutelato il whistleblower che denuncia un illecito cui ha preso parte. Si tratta di una mossa doverosa, in quanto previene l’abuso del whistleblowing. Un esempio classico è dato dal dipendente che, dopo aver compiuto un illecito, è in procinto di essere scoperto e quindi ricorre al whistleblowing per evitare le sanzioni. 

Cosa sapere sul whistleblowing

La norma sancisce il divieto di “ritorsione” professionale ai danni di chi effettua la segnalazione. Da questo punto di vista, anche solo la legge ordinaria si rivela piuttosto chiara. Tuttavia, assegna alle singole organizzazioni il compito di elaborare delle procedure che  permettano a un dipendente di segnalare un illecito e quindi praticare il whistleblowing. In merito si apprezza un certo margine di discrezione, ma si registrano anche alcuni punti fermi e ricorrenti. 

  • La segnalazione non può essere anonima. Il whistleblower deve identificarsi

    prima di inviare la segnalazione. Dunque, non sono permesse le delazioni

    anonime. 

  • La segnalazione deve riportare i fatti in modo dettagliato. E’ assolutamente

    fondamentale che il whistleblower descriva gli avvenimenti in modo preciso,

    dettagliato e circostanziato. 

  • La segnalazione, laddove possibile, deve riportare le generalità di chi ha

    compiuto l’illecito. Non sempre il whistleblowing è a conoscenza dei nomi e

    dei cognomi di chi si è macchiato del reato. Ciononostante, ha il compito di

    essere più chiaro e specifico possibile circa la sua identità. 

  • La segnalazione dev’essere rivolta a specifici organi e specifici enti. Nella

    maggior parte dei casi, e quasi certamente se l’organizzazione è abbastanza

    grande, esiste un organo di vigilanza interno. E’ ad esso che vanno inviate le

    segnalazioni. 

Non di rado è presente anche una piattaforma, messa a disposizione dall’organizzazione medesima, che standardizza e velocizza l’invio della segnalazioni. Questi strumenti sono quasi sempre in dotazione alle organizzazioni pubbliche. Per inciso, sono frutto di una crescente sensibilità del legislatore in tema di trasparenza e legalità, soprattutto in ambito PA. 

Il supporto di Monica Baldassarre

La legge protegge i whistleblower. Ciò però non significa che la vita di chi segnala sia semplice. Di norma, chi viene accusato fa di tutto per vendicarsi o per punire il segnalatore, magari con la complicità dei superiori. Questo accade in quanto ancora oggi nell’immaginario collettivo chi denuncia un illecito in seno all’organizzazione per cui lavora è visto come una sorta di “spia” o peggio ancora un “piantagrane”. Dunque, i whistleblower sono chiamati a difendersi, magari preventivamente. Come? Affidandosi a un professionista esperto proprio di whistleblowing, e quindi in possesso delle competenze per limitare al minimo le conseguenze - non solo professionali - per chi segnala un illecito.

Un professionista come Monica Baldassarre 

Monica Baldassarre si occupa di diritto d’impresa e assistenza legale. Nel corso degli anni si è specializzata nelle controverse più peculiari, come quelle che nascono proprio dal whistleblowing. Si avvale di un team affiatato e competente, che gli consente di fornire un servizio completo, dal taglio multidisciplinare, migliorando così l’esperienza per l’assistito. 

 


Richy Garino

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