Didier Linotte, già rettore dell'Accademia di Nizza e giurista di formazione, che per oltre un decennio ha presieduto il Tribunale Supremo di Monaco, si apprestava a trascorrere la sua seconda notte in stato di fermo nel Principato. L'ex-giudice supremo è stato convocato per chiarimenti dalla Sicurezza Pubblica, trovandosi a dovere rispondere a delicate domande da parte degli inquirenti monegaschi per quasi 48 ore.
L'interrogatorio verte principalmente su due sentenze cruciali emesse sotto la sua presidenza dal Tribunale Supremo, nel 2018 e nel 2020. La prima aveva dichiarato "illegale" l'abbandono da parte dello Stato di un progetto immobiliare sull'Esplanade des Pêcheurs, dove erano previsti un nuovo edificio e un museo. La seconda, invece, aveva concesso al gruppo Caroli, promotore del programma, un risarcimento record di 136.992.000 euro a carico dello Stato monegasco.
Le Accuse dello Stato: "Frodi e Parzialità"
Queste due decisioni giudiziarie sono considerate dallo Stato del Principato come il frutto di un complotto. Quasi un anno fa, il governo monegasco aveva dichiarato di aver "scoperto fatti estremamente gravi, che rivelano la parzialità di Didier Linotte [...] e la frode ordita". Di conseguenza, lo Stato si è costituito parte civile in un procedimento già esistente, avviato nel 2023 dalla SCI Esperanza, ovvero Patrice Pastor. Il "re dell'immobiliare" a Monaco si era ritenuto danneggiato dalle azioni di un presunto "gabinetto ombra" denominato "G4", che avrebbe assunto il potere nel Principato.
Questa teoria è stata sviluppata da una "fonte interna" sin dalla pubblicazione, nell'autunno del 2021, dei "Dossiers du Rocher". Si tratta di una massiccia fuga di documenti derivante dalla pirateria della casella di posta elettronica dell'avvocato Thierry Lacoste. L'avvocato e amico d'infanzia del principe Alberto II è indicato come uno dei presunti membri del "G4", insieme all'ex amministratore dei Beni della Corona Claude Palmero, all'ex capo di gabinetto del Sovrano, Laurent Anselmi, e, appunto, a Didier Linotte, il quale, in qualità di presidente del Tribunale Supremo, avrebbe emesso decisioni penalizzanti per lo Stato monegasco in nome di interessi occulti.
La Difesa: "Una Favola Basata su Accuse Diffamatorie"
"Didier Linotte contesta fermamente tutto questo," ha replicato l'avvocato che lo assiste da 48 ore. "Ci stanno raccontando una storia, questo fascicolo non è altro che una favola," ha ribadito martedì sera l'avvocato Pascal-Pierre Garbarini, ricordando che le ordinanze in questione "sono state emesse collegialmente da 5 a 7 membri del Tribunale Supremo". Giudici "tra i quali figurano i più eminenti giuristi d'Europa".
L'avvocato "non immagina che questi giuristi di reputazione internazionale possano essere stati corrotti da Didier Linotte". Il quale, sebbene presiedesse il Tribunale Supremo, "non era nemmeno il relatore" di questi casi. Per l'avvocato Garbarini "tutto questo non ha senso". Tanto più che, a suo dire, l'accusa è costruita essenzialmente sulle "accuse diffamatorie" dei Dossiers du Rocher.
Nel merito, il legale di Didier Linotte intende dimostrare che "tutto ciò è un tessuto di menzogne", "un fuscello di paglia"... Che ha comunque portato al fermo, da quasi 48 ore, dell'ex più alto magistrato del Principato. "A 77 anni, mentre segue un trattamento pesante". L'avvocato di Didier Linotte denuncia una "procedura inadeguata" e si dice "scioccato" da questa scelta giudiziaria, anche se i servizi di polizia "si sono dimostrati umani, comprensivi e professionali".
Indagini Aggiuntive e il Ruolo dei Consigli Privati
Al termine di un'ultima audizione, Didier Linotte potrebbe essere deferito mercoledì mattina. L'ex presidente del Tribunale Supremo si troverebbe quindi di fronte a un giudice istruttore che dovrà pronunciarsi su una sua eventuale incriminazione. Non solo nell'ambito dell'affare Esplanade des Pêcheurs.
Secondo le nostre informazioni, Didier Linotte sarebbe stato interrogato anche sulle sue attività secondarie all'epoca in cui prestava servizio nel Principato. Attraverso la società Alma Marceau Transactions, l'ex giudice supremo forniva anche, privatamente, i suoi consigli. Un'attività commerciale, all'epoca autorizzata dal suo status di magistrato a contratto. Ma alla quale gli era stato chiesto di porre fine nel 2017, in piena valutazione del Greco a Monaco, l'organo del Consiglio d'Europa incaricato della lotta contro la corruzione. "È quello che ha fatto," assicura ancora l'avvocato Garbarini.