Acquistare una casa all’asta può sembrare la scorciatoia perfetta per ottenere più metri quadrati a un prezzo ridotto.
Ma è davvero così? Se da un lato le aste immobiliari promettono sconti anche del 20-30% rispetto ai valori di mercato, dall’altro nascondono insidie che non tutti conoscono. E la convenienza, spesso, è più apparente che reale.
Le aste immobiliari rappresentano, in Francia, solo l’1% delle transazioni, ma attraggono sempre più acquirenti, affascinati da prezzi base molto bassi e dal brivido della competizione.
Tuttavia, dietro ogni opportunità si cela un rischio: il prezzo di partenza è solo un’esca. Nella maggior parte dei casi, l'immobile viene venduto a valori in linea con il mercato, se non addirittura superiori, a causa della dinamica concorrenziale delle offerte.
Una possibilità da cogliere… con cautela
Partecipare a un’asta può essere una scelta strategica tanto per chi è alla prima casa quanto per investitori esperti alla ricerca di occasioni.
Si trovano all’asta appartamenti, ville, terreni, locali commerciali e anche immobili particolari provenienti da eredità, divisioni ereditarie o fallimenti.
Tuttavia, la chiave del successo sta nell’equilibrio: avere il coraggio di fare un’offerta audace, ma anche la lucidità di valutare bene i rischi e i costi nascosti.
Un padre di famiglia, ad esempio, potrebbe essere attirato da un trilocale da 70 mq con un prezzo base molto conveniente. Magari scoperto su un portale ufficiale di vendite notarili.
Ma dimentica un dettaglio: quel prezzo non sarà quello finale. Le offerte al rialzo lo faranno lievitare e se l’immobile necessita di lavori di ristrutturazione importanti, l’investimento complessivo potrebbe superare il budget previsto.
Inoltre, per partecipare all’asta è necessario versare un assegno cauzionale pari al 20% della base d’asta. Un rischio che va calcolato con attenzione.
Il fascino (insidioso) della gara
Oggi molte aste si svolgono online o per via telefonica, in sale d’asta spesso semivuote.
In particolare, le aste telematiche si basano su un meccanismo di “candele virtuali”: un sistema a tempo dove ogni offerta resetta il conto alla rovescia.
Quando la “candela” si spegne, l’asta termina.
Questo ritmo incalzante crea una forte pressione psicologica sui partecipanti, che possono lasciarsi trasportare dall’adrenalina, dimenticando che, una volta aggiudicata l’asta, non si può più tornare indietro.
I quattro volti delle aste immobiliari
Aste notarili pubbliche
Offrono immobili provenienti da successioni, divisioni o contenziosi. Sono gestite dai notai e si svolgono sia in presenza che online.
Richiedono un deposito cauzionale del 10-20% del valore del bene e prevedono il pagamento totale entro 45 giorni. Dopo la vendita, esiste il rischio di una surenchère, ovvero un rilancio da parte di terzi.
Aste domaniali
Organizzate dallo Stato, riguardano immobili di proprietà pubblica, spesso inutilizzati da tempo e da ristrutturare completamente.
Non prevedono spese di registro, ma richiedono investimenti ingenti per renderli abitabili.
Aste giudiziarie
Coinvolgono beni pignorati o oggetto di procedure fallimentari.
Per partecipare è necessaria l’assistenza di un avvocato e le visite sono limitate a meno di un’ora, spesso con la presenza di un ufficiale giudiziario.
Aste online o interattive
Cresciute con la digitalizzazione, permettono di partecipare comodamente da casa. Veloci, accessibili, ma non per questo meno vincolanti.
Chi vince l’asta è tenuto a rispettare tutte le condizioni previste, senza diritto di recesso.