Altre notizie - 26 settembre 2025, 19:00

Scontri sfiorati a Nizza: 102 tifosi romanisti fermati, 13 restano in carcere

Alla vigilia di Nizza-Roma di Europa League, maxi-blitz della polizia: sequestrate armi improprie e fermati oltre cento ultras. Per tredici di loro si apre un processo per associazione a delinquere e violenze aggravate

Notte di tensione a Nizza, alla vigilia della sfida di Europa League tra OGC Nice e AS Roma. Martedì sera la polizia ha fermato 102 tifosi romanisti, tra cui due minorenni, tutti identificati come cittadini italiani. 

Le operazioni sono scattate in due ondate: la prima intorno alle 22, nel parcheggio Sulzer, la seconda poco prima delle 23 in place Masséna, davanti al negozio ufficiale del club francese. In quest’ultimo intervento, più movimentato, gli agenti della BAC hanno fatto ricorso anche a granate di dispersione per contenere il gruppo.

Il bilancio parla chiaro: decine di fermati, armi e oggetti contundenti sequestrati — coltelli, cutter, barre di ferro, manici di scopa, cacciaviti — che lasciano ipotizzare uno scontro imminente con i supporter del Nizza, radunati nello stesso momento sul cours Saleya sotto stretta sorveglianza.

Tra i 102 fermati, tredici uomini, di età compresa tra i 20 e i 60 anni, sono stati tradotti in tribunale. Avrebbero dovuto comparire già ieri in procedura d’urgenza, ma l’udienza è stata rinviata poiché gli atti sono giunti in ritardo.

Le accuse sono pesanti: partecipazione a un gruppo volto alla preparazione di violenze, porto abusivo di armi di categoria D per quattro di loro, e associazione a delinquere finalizzata a violenze aggravate per gli otto ritenuti leader e organizzatori.

Già noti alle autorità per disordini a Tottenham, Bilbao e Ginevra, rischiano fino a cinque anni di carcere. Tutti negano con decisione le accuse.

Il pubblico ministero ha chiesto la custodia cautelare, accolta dal tribunale: i tredici resteranno in cella fino al processo fissato per il 26 novembre.

Per gli altri tifosi arrestati le misure sono state meno severe: sei mesi di divieto di soggiorno nelle Alpi Marittime, con iscrizione nel registro delle persone ricercate. Chi violerà il provvedimento sarà perseguito penalmente.

Un dispositivo imponente che ha evitato il peggio, ma che lascia intravedere l’ombra lunga della violenza ultras anche oltre i confini nazionali.