Il finale del match tra OGC Nice e Olympique Lione, disputato sabato sera all’Allianz Riviera, è stato segnato da un malinteso destinato a far discutere.
All’86ª minuto, l’arbitro Jérôme Brisard ha sospeso la partita dopo aver udito cori giudicati “injurieux” provenire dalle tribune della Populaire Sud.
In realtà, si trattava del tradizionale coro dei tifosi: “Daesh, Daesh, on t’enc…”, intonato a ogni gara casalinga proprio all’86ª minuto, in memoria delle 86 vittime dell’attentato terroristico del 14 luglio 2016 sulla Promenade des Anglais.
Ignaro del significato di quel gesto, l’arbitro ha interrotto il gioco e chiesto allo speaker di far cessare i cori, minacciando di non riprendere la partita.
Una decisione che ha provocato sdegno e commozione sugli spalti e nel club. «È inaccettabile, un’offesa alle vittime, alle loro famiglie e all’intera città di Nizza», ha dichiarato il presidente dell’OGC Nice, Fabrice Bocquet. «Faremo il necessario con la Federazione affinché un simile episodio non si ripeta mai più».
Brisard, resosi conto dell’errore, si è poi scusato. Il direttore dell’arbitraggio francese, Anthony Gautier, ha spiegato a L’Équipe che l’arbitro «non aveva sentito la parola “Daesh”» e che, conoscendo il contesto, «non avrebbe fermato il gioco».
Sui social, la polemica è esplosa in poche ore.
Il sindaco Christian Estrosi ha parlato di «decisione incomprensibile», mentre il deputato Éric Ciotti ha denunciato «un totale mancanza di discernimento».
Di segno opposto la reazione del socialista Patrick Allemand, che ha invocato «un dovere di dignità» e criticato la strumentalizzazione politica dell’episodio.
L’episodio ha oscurato la vittoria del Gym per 3-2 contro il Lione, lasciando però un’amara sensazione di incomprensione.
Alla 86ª minuto, a Nizza, quel coro è molto più di uno slogan: è un grido di memoria e resistenza.