Nicolas Sarkozy è entrato ieri nel carcere parigino di La Santé per scontare la condanna a cinque anni di reclusione, due dei quali con sospensione, inflittagli lo scorso 25 settembre per associazione a delinquere.
È la prima volta nella storia della Quinta Repubblica che un ex presidente francese finisce dietro le sbarre.
L’ex capo dell’Eliseo, 70 anni, è arrivato in automobile al penitenziario, scortato dalla polizia e seguito da decine di giornalisti. All’esterno, una folla di sostenitori e curiosi lo ha accolto con applausi e cartelli: “Nicolas, siamo con te”. Con lui uno dei suoi avvocati, Christophe Ingrain, che ha poi rilasciato poche parole ai media, ribadendo la volontà del suo assistito di “combattere fino in fondo”.
Sarkozy aveva lasciato la sua abitazione nel quartiere parigino del XVI arrondissement mano nella mano con la moglie Carla Bruni.
La coppia ha salutato i familiari e i sostenitori prima di salire in macchina. Pochi minuti dopo, Bruni e i figli sono rientrati in casa, mentre l’ex presidente affrontava in silenzio il viaggio verso la prigione.
Durante il tragitto, Sarkozy ha affidato a X (ex Twitter) un messaggio dal tono combattivo: «Questa mattina non mettono in carcere un ex presidente della Repubblica, ma un innocente», ha scritto, denunciando “uno scandalo giudiziario” che, a suo dire, lo perseguita da oltre dieci anni. «Provo un dolore profondo per la Francia, umiliata da una vendetta che ha portato l’odio a un livello senza precedenti. La verità trionferà, ma il prezzo sarà enorme».
L’ex presidente, che ha sempre negato ogni accusa, si riferiva al presunto sistema di finanziamenti illeciti provenienti dal regime libico di Muammar Gheddafi per la sua campagna del 2007.
I suoi legali hanno già annunciato ricorso, ma la pena deve intanto essere eseguita.
Nicolas Sarkozy nella foto che Christian Estrosi ha postato sulle reti sociali
Christian Estrosi, sindaco di Nizza e Ministro durante la presidenza di Sarkozy, ha postato sui social questo scritto.
“Oggi i miei pensieri vanno a Nicolas Sarkozy. Non è mia intenzione discutere qui le 400 pagine della sua sentenza.
Anche se non rinuncerò mai a questa convinzione: sì, abbiamo il diritto di commentare una decisione di giustizia, senza che ciò significhi rimettere in discussione l’istituzione giudiziaria, pilastro del nostro Stato di diritto, la cui indipendenza è essenziale per la nostra democrazia.
Il dubbio e il confronto non sono necessariamente segni di sfiducia.
No, oggi voglio parlare di Nicolas, il mio amico.
Colui con cui ho condotto tante battaglie politiche importanti.
Colui di cui sono stato ministro.
Colui con cui, sulle orme di Jacques Chirac, abbiamo combattuto senza tregua il Fronte Nazionale e i suoi valori, così profondamente contrari ai nostri.
Colui infine che, con coerenza e coraggio, ha difeso i valori che ci uniscono: la libertà, l’uguaglianza, la fraternità, il senso della Francia e della sua grandezza. E la lealtà, la lealtà sopra ogni cosa.
Nicolas, caro Nicolas,
volevo dirti che non sei solo. In tutta la Francia, e in particolare a Nizza, siamo in molti a condividere quei valori di impegno, merito e indipendenza che hanno guidato tutta la tua azione politica.
Non dimentichiamo che per mezzo secolo hai servito la Francia senza risparmiarti — eletto locale, ministro, Presidente. Con un’energia traboccante, coinvolgente, esigente per tutti coloro che ti accompagnavano.
Questa dedizione ci impegna.
Per tutta la vita, uomo libero, dignitoso e profondamente francese, hai affrontato le peggiori tempeste senza mai fuggire.
Questa non farà eccezione.
A nostra volta, tocca a noi dimostrarci fedeli al tuo esempio e farti sentire che siamo qui per te, noi, i tuoi amici di Francia e di Nizza.
Siamo al tuo fianco. Al fianco di Carla, della tua famiglia, dei tuoi cari.
Sono convinto che presto la tua innocenza sarà riconosciuta. E sarà un bene per la Francia, perché in questi tempi difficili la Francia e gli eredi del gollismo hanno bisogno della tua lucidità e della tua voce.
Nel frattempo, ti facciamo una promessa: tu, amico di Nizza, troverai sempre a Nizza degli amici pronti a sostenerti”.