Rembrandt visto dai Lumières. A Draguignan una mostra svela il mito settecentesco del maestro olandese: fino al 15 marzo 2026 il Musée des Beaux-Arts di Draguignan dedica una grande esposizione a uno dei giganti della pittura europea: Rembrandt van Rijn.
Le phare Rembrandt. Il mito di un pittore nel secolo di Fragonard esplora, con un taglio originale, la fortuna del maestro olandese (1606-1669) nella Francia del Settecento, epoca in cui artisti e collezionisti leggevano la sua opera attraverso criteri, gusti e sensibilità lontani da quelli odierni.
L’iniziativa, riconosciuta di interesse nazionale dal ministero della Cultura francese, punta l’attenzione sulla gestualità pittorica di Rembrandt e sulle modalità con cui fu imitato, reinterpretato e studiato dai protagonisti dell’arte delle Lumières, da Fragonard a Chardin, da Rigaud agli artisti meno noti ma profondamente influenzati dal suo stile.
Sessanta opere per raccontare un mito
Il percorso espositivo riunisce 66 opere, tra cui 46 dipinti – tre autentici Rembrandt e dieci lavori allora attribuiti al maestro, oltre a disegni e stampe provenienti da una trentina di istituzioni pubbliche e collezioni private francesi, britanniche e statunitensi.
Tra i prestiti più prestigiosi figurano opere della National Gallery of Art di Washington, della Leiden Collection, del Louvre, di Versailles e dei principali musei di belle arti di città come Lille, Rennes, Orléans, Bordeaux, Nice o Montpellier.
Alcuni dipinti sono stati restaurati appositamente per l’occasione, come la copia settecentesca dell’Autoportrait aux deux cercles, conservata al museo Granet di Aix-en-Provence e rimasta lontana dal pubblico per oltre mezzo secolo.
Jean Siméon Chardin (1699-1779), Pêches et raisins, vers 1759 (?), huile sur toile, Rennes, musée des Beaux-arts
Una mostra da vivere: dispositivi interattivi e percorsi per tutti
La rassegna propone numerosi strumenti di mediazione pensati per coinvolgere ogni fascia di pubblico. I visitatori potranno imparare a riconoscere accessori, leggere le composizioni e analizzare la gestualità del pittore, fino alla creazione di un proprio “ritratto alla Rembrandt” ispirato alle opere in mostra.
Visite guidate, conferenze e un calendario fitto di attività
Il programma culturale che accompagna l’esposizione è particolarmente ricco. Oltre alle visite guidate in francese, inglese e lingua dei segni, il museo ospiterà quattro conferenze dedicate ai temi della copia, dell’autoritratto e della ricezione di Rembrandt nel XVIII secolo, con interventi di storici dell’arte come Aude Prigot, Olivier Bonfait, Marie-Anne Dupuy-Vachey e Charlotte Guichard.
Numerosi anche i laboratori creativi, rivolti a partecipanti dai 7 ai 117 anni, che spazieranno dalla fotografia alla ceramica, dal disegno al lavoro sulla luce.
Non mancano momenti di restituzione dei progetti educativi, proiezioni cinematografiche, inclusa una giornata dedicata alla “Rembrandt fiction”, spettacoli, performance di danza e appuntamenti musicali, tra cui una “balade musicale” nel mondo sonoro del Seicento e un evento dedicato al Dutch rare groove.
École française du XVIIIe siècle (?), copie d’après l’Autoportrait aux deux cercles, huile sur toile, Aix-en-Provence, musée Granet
Il catalogo: un viaggio nelle fonti del Settecento
A corredo della mostra, le edizioni In Fine pubblicano un catalogo ampiamente illustrato, con saggi di studiosi francesi, americani e olandesi. L’opera offre un’immersione nelle fonti del XVIII secolo, guide, cataloghi di vendita, biografie, fondamentali per comprendere come Rembrandt fosse percepito dagli artisti e dai collezionisti dell’epoca.