Altre notizie - 03 novembre 2012, 13:12

Efficacia energetica, Europa, Italia e Monaco. Intervista ESCLUSIVA allo scienziato Valerio Rossi Albertini

Albertini Tiranni dal '93 è Ricercatore al Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e nel 96 è primo dottore di ricerca italiano in "Scienza dei Materiali". Professore di Chimica-Fisica dei Materiali a La Sapienza di Roma, è autore di 120 articoli scientifici. Oggi collabora attivamente con la televisione italiana RAI

Valerio Rossi Albertini Tiranni

Valerio Rossi Albertini Tiranni

Mentre nel Principato di Monaco si attendono i due grandi eventi internazionali sull'efficacia energetica (Il Forum Euro Mediterraneo e il Summit del Trilemma Energetico assieme all'Assemblea esecutiva del CME) e che prenderanno il via a partire dal prossimo 5 novembre, sull'argomento abbiamo intervistato uno dei più conosciuti ed apprezzati fisici e scienziati italiani: Valerio Rossi Albertini Tiranni. Dal '93 è Ricercatore al Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e nel 96 è primo dottore di ricerca italiano in "Scienza dei Materiali". Professore di Chimica-Fisica dei Materiali a La Sapienza di Roma, è autore di 120 articoli scientifici. E icuramente tra gli scienziati italiani più 'mediatici' e spesso collabora con la televisione italiana RAI.

Intanto Lei è a conoscenza di questi due eventi? Parteciperà? Sono utili secondo lei eventi come questi?  

- So dell'impegno di Montecarlo per il rinnovamento energetico e già in passato ho avuto modo di esprimere soddisfazione per le iniziative promosse nel Principato. Di queste attuali avevo letto e, pur non partecipando direttamente, le ho apprezzate alla stregua di tutte le altre che promuovono un nuovo approccio al tema del rapporto con l'ambiente -

La sua considerezione sul tema dell'efficacia energetica? Che ruolo gioca oggi? 

L'Unione Europea impone agli stati membri un protocollo detto 20-20-20 consistente, tra l'altro, nell'aumento del 20% dell'efficienza energetica entro l'anno 2020. Il risparmio di energia, tramite un uso più opportuno e consapevole del calore e dell'elettricità, è forse la forma più immediata e vantaggiosa per ridurre l'impatto della produzione di energia sul pianeta. L'energia più pulita è quella che non viene consumata e, quindi, non è necessario produrre...La politica energetica del Principato sembra che si stia sposando questa visione.

Lei cosa si aspetta dal sistema-Europa?

Auspico che l'Unione Europea e, in generale, tutti gli stati europei, promuovano una politica comune e coerente per la tutela dell'ambiente. Questo, oltre che comportare vantaggi nel nostro continente, potrebbe essere di esempio e stimolo ad altri paesi che, o per la necessità di sostenere il proprio sviluppo, o per mantenere indipendenza di scelta sulle questioni di economia energetica, sono riluttanti a sottoscrivere accordi internazionali. 

Il Forum euro mediterraneo, vorrebbe favorire anche l'etica dell'efficacia energetica nel mondo. Belle parole. Ma quali sono i primi passi da compiere in modo pragmatico secondo lei?  

Il problema è complesso e una risposta che individui l'ambito di azione prioritario sarebbe molto parziale. Tuttavia, se dovessi fare una proposta semplice e praticabile, dall'alto valore simbolico, direi “promuovere esperienze di autosufficienza energetica”. Piccole realtà che si rendano indipendenti sotto il profilo della produzione e del consumo di energia, potrebbero rappresentare modelli a cui ispirarsi e da replicare, magari su scala più vasta.

L'Italia in questo contesto come si colloca oggi? E cosa auspicate voi scienziati da un futuro governo

All'Italia manca un'istituzione di coordinamento dei vari aspetti del problema, un “Ministero dell'Energia” di cui sono dotati altri stati (negli USA, l'equivalente del ministro dell'energia è un premio Nobel). Le competenze in materia sono frazionate e distribuite, con evidenti svantaggi di impostazione e di coordinamento. Ad esempio, l'Italia si è attestata al secondo (o, secondo alcuni, al terzo) posto al mondo tra i paesi produttori di energia fotovoltaica, quando solo cinque o sei anni fa la generazione con i pannelli fotoelettrici era quasi trascurabile. Uno sforzo ed un successo clamorosi, ma minati a più riprese dal cambio di disciplina e modifiche nell'iter per ottenere autorizzazioni e incentivi.

Quale deve essere il ruolo precipuo dei grandi gruppi e delle fondazioni secondo lei?  

Penso che debbano esprimere la loro grande potenzialità nell'ambito di un programma condiviso e coordinato da organi istituzionali, possibilmente sovranazionali, perchè il problema non è locale o circoscritto, ma continentale. Anzi, planetario.

Il Principato dimostra di essere sempre piu vicino nel favorire questotipo di scambi ed eventi, la salvaguardia dell'ambiente, la ricerca, è tra le prime mission dell'azione di SAS il Principe Aberto II. Lei, eminente scienziato italiano, con che occhi quarda al Principato? Potrebbe essere un fulcro europeo in questo senso?  

La mia presenza nel Principato e il contatto mantenuto anche attraverso MontecarloNews, testimoniano l'interesse professionale mio e di tutti coloro che guardano con favore agli sviluppi del settore energetico anche nei piccoli stati. Per rendere omaggio all'ospitalità della fondazione Dante Alighieri di Monaco, potrei dire che “poca favilla, gran fiamma seconda”. Il Principato, per la sua dimensione di Polis -una cittadinanza di poche migliaia di persone, un territorio esiguo, la necessità di compensare gli effetti del traffico urbano e marittimo- è per molti versi nella condizione ideale per sperimentare soluzioni innovative.

Oppure cosa vi aspetterste di più da questa città stato, piccola si, ma così aperta alla ricerca ambientale? Più iniziative, più collaborazioni più comuncazione, perchè no, anche con l'Italia?  

Fare di più è sempre possibile, naturalmente, ma so che le vie al rinnovamento tecnologico sono tortuose e accidentate. Tuttavia, la volontà robusta e decisa ad intraprendere questo percorso e il favore riscosso tra i residenti inducono a credere che il ruolo del Principato possa essere in futuro tutt'altro che marginale.

Lei conosce la Fondazione Prince Albert II che recentemente ha aperto una divisione in Italia?

Francamente no, ma, a seguito della sua segnalazione, non mancherò di informarmi!

Sara Contestabile

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