Alla 22a Foire Internationale de Monaco incontriamo Carlo Galli di Milano. Produttore di vino in Friuli, già intervistato lo scorso anno, è fra gli espostori più longevi del rendez vous monegasco – Veniamo da 15 anni perché qui abbiamo molti clienti ed è sempre una buona vetrina per farci conoscere ulteriormente. Appunto perché siamo ancora in tempi di crisi andare in fiera è sempre un investimento, certo non aspetto che i clienti vengano senza farmi promozione!- Galli ci spiega che negli ultimi 2/3 anni il fatturato della sua produzione è circa il medesimo, ma se si fa un raffronto anche guardando alla Fiera Internazionale come evento che riflette il tempo della crisi le differenze sono molto nette – Nel settore alimentare non credo che la crisi si senta in modo eccessivo. Per lo meno non come i beni di lusso: pellicce ed automobili, questi settori, il lusso in generale soffre maggiormente. Io sono la prova fedele che questa fiera funziona ma il turn-over è alto. Molti vengono una sola volta e poi non tornano più e se dovessi fare un raffronto con 15 anni fa, sicuramente c’è meno gente. Io vado anche alla Fiera di Nizza e non si può fare un paragone tra la Fiera di Monaco e la fiera di Nizza, i numeri sono troppo diversi se si paragonano gli spazie ed il Pincipato alla V città di Francia. Una cosa migliore in questa edzione comunque l’ho notata. La presenza del Madagascar e le sue animazioni, i suoi balli folkloristici sono molto belli e soprattutto bene organizzati -