Non tanto per lo splendido pane che Frédéric Roy ancora crea artigianalmente e nemmeno perché, in fondo, la sua vera passione è la pasticceria.
Nemmeno, ancora, per la “pissaladiere” ad acquistare la quale giungono un po’ da tutta Nizza.
E’ diventato il centro delle discussioni sul futuro del piccolo artigianato in Francia.
Le sue lettere e le sue sollecitazioni hanno fatto centro: plenipotenziari inviati da Fillon e da Hamon, solo per citare gli ultimi due, hanno fatto la fila, mentre giornalisti e trasmissioni televisive in diretta occupavano Frédéric Roy in un vero e proprio tour de force mediatico.
Motivo di tutto?
La sua battaglia per la sopravvivenza dell’artigianato e dei prodotti naturali, il suo urlo di dolore contro una concorrenza che utilizza armi impari, la sua volontà di salvaguardare il gusto contro la massificazione, la sua speranza di poter assumere dipendenti senza essere costretto…a chiedere l’elemosina.
In una parola: difendere i piccoli contro il sovra potere delle grandi catene che, anche nel “sistema panetterie” stanno mettendo le mani su un settore che fino ad oggi aveva resistito.
E poi il diritto ad un giorno di vacanza, senza vedere esercizi simili (che non panificano direttamente, ma che si forniscono nel sistema industriale), senza fatiche notturne, tenere le serrande alzate sette giorni su sette, con guadagni di ben maggiore entità.
E allora: televisioni, appelli, incontri, viaggi e tanta politica.
Una battaglia che ha occupato anche le dichiarazioni dei candidati alle Presidenziali: Frédéric Roy ha proposto un progetto di legge sul piccolo artigianato ed ha ottenuto molti assensi.
Compreso quello di François Fillon: adesso ci sono le Presidenziali, poi , quasi immediatamente, le elezioni legislative.
Frédéric Roy affila le armi e si prepara alla battaglia.
Vuole difendere il “suo” pane…in tutti i sensi!
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